Concessioni a rischio, il caso dello stabilimento “Gigetto” non è l'unico: in bilico altre 13 attività

Martedì 30 Maggio 2023 di Diego Degan
SPIAGGIA E RISTORANTE Un immagine della Cucina Da Gigetto tratta dalla pagina Facebook dello stabilimento

CHIOGGIA - Non c’è solo Gigetto”, a rischio di perdere la concessione: ci sono altre 13 analoghe concessioni balneari, ai fini turistici, i cui progetti di investimento migliorativo sono stati respinti dall’Ufficio Demanio del Comune per mancanza di conformità con gli strumenti urbanistici vigenti.

Concessioni balneari a rischio

Il dato, decisamente inquietante per gli operatori del settore, è emerso, ieri pomeriggio, durante il dibattito in quarta commissione, la cui convocazione era stata chiesta dalle minoranze all’indomani dello scoppio del caso “Gigetto”, per capire, non solo, come si fosse arrivati al disperato appello dei proprietari, la famiglia Tiozzo, che lamentava una eccessiva “pressione” da parte degli uffici comunali sulla sua attività e il rischio di perdere il lavoro giro di pochissimi giorni. Ora, come noto, tutto è “congelato”, dal punto di vista amministrativo, fino al 30 settembre, ma il problema generale non è risolto. Anzi, esso ha riguardato le istanze suddette e altre 20, per le quali l’istruttoria è ancora in corso, potrebbero inciampare in simili situazioni. Ma andiamo con ordine.

I consiglieri comunali (soprattutto Lucio Tiozzo e Alessandra Penzo) hanno chiesto che venisse illustrato il procedimento seguito e l’eventuale possibilità di procedimenti alternativi che non mettessero a rischio chi, come “Gigetto”, gestisce un’azienda a conduzione familiare, con la valenza sociale delle piccole imprese e, sottinteso, non uno speculatore orientato al business turistico. Una prima risposta l’aveva data l’assessore Serena De Perini che aveva spiegato come «per mancanza dei decreti attuativi (relativi alle gare per le concessioni previste dalla Direttiva Bolkestein, ndr) non sappiamo come muoverci e, soprattutto, non possiamo andare contro i principi della libera concorrenza», ovvero quel principio che ha permesso alla ditta “Bernello” di presentare un progetto alternativo a quella di “Gigetto” e ottenere (salvo diversa decisione del Tar, a novembre) la concessione. Poi è stata la dirigente comunale Daniela Ballarin a illustrare, punto per punto, la proceduta seguita, «nell’assoluto rispetto della legge», specificando che l’istanza era stata presentata dalla ditta “Gigetto” a norma della legge regionale 33 del 2002, per ottenere il prolungamento della concessione.

La Ballarin ha spiegato che, dalla presentazione ci sono 120 giorni per la pubblicazione e, dalla pubblicazione, ulteriori 60 giorni di tempo «per chiunque» per presentare progetti alternativi e che questo ha fatto la ditta “Bernello”.

Perché il progetto di Gigetto è stato bocciato?

Il progetto di investimento (200mila euro, per pannelli fotovoltaici, sistemazione del parcheggio e di alcuni edifici di servizio) era stato trasmesso agli enti e uffici coinvolti, per competenza, nei vari interventi, i quali dovevano esprimersi entro 30 giorni e, se non l’avessero fatto, doveva procedere l’Ufficio Demanio entro 45 giorni. Il risultato era stato il rilievo delle difformità urbanistiche e, dal momento che, in base all’articolo 46 della legge 33, le modifiche alle concessioni demaniali devono essere «conformi» agli strumenti urbanistici, il progetto di “Gigetto” è stato bocciato e ha prevalso quello di “Bernello”. Alla domanda di quante istanze di modifica fossero state bocciate, la Ballarin ha risposto, appunto, 14 e aggiunto che altre 20 sono in fase istruttoria, ovvero da valutare.


Il caso ha voluto che nessuna delle altre 13 domande di Legge 33 avesse un “concorrente” esterno, per cui “Gigetto” è stato l’unico a trovarsi in difficoltà, mentre gli altri potranno presentare nuovi progetti, sperando di non sbagliare nulla e di non trovare concorrenti.

Ultimo aggiornamento: 17:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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