Chioggia. «Non abbiamo più niente da mangiare». Chiama i carabinieri per la disperazione e riceve il pranzo dalla caserma

Giovedì 24 Novembre 2022 di Diego Degan
CHIOGGIA l Carabinieri sono intervenuti in aiuto a una chiamata alla centrale operativa
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CHIOGGIA - «Aiutatemi voi.

Non so a chi chiedere». Erano da poco passate le 12 di domenica scorsa, quando questa richiesta d’aiuto è arrivata alla centrale operativa dei carabinieri di Chioggia. Dall’altra parte del filo una donna, molto agitata e incapace di spiegarsi più che tanto. Dopo essersi fatto dire dove fosse l’abitazione, l’operatore ha allertato la Radiomobile che ha raggiunto la casa della signora, per verificare di quale aiuto avesse bisogno. Nella casa, modesta ma dignitosa, erano in due: la donna che aveva chiesto aiuto e un nipote, invalido, costretto alla carrozzella, di cui lei si prende cura da anni. Ma, negli ultimi mesi, anche le condizioni di salute della donna si erano aggravate e lei non riusciva più a far fronte agli impegni quotidiani. In particolare, da tempo, non era stata più in grado di uscire per fare la spesa e i due avevano la dispensa e il frigo completamente vuoti ed erano  ridotti alla fame.

I militari si sono immediatamente attivati, per quanto nelle loro possibilità, prelevando dalla mensa della caserma alcuni pasti caldi, che avrebbero dovuto essere consumati da loro e altri colleghi in servizio, per donarli all’anziana e al nipote e permettere loro di mettere insieme pranzo e cena quel giorno e nei primi giorni seguenti. Alla consegna delle varie porzioni di primi e secondi, preventivamente riscaldati, entrambi - commossi - hanno ringraziato i militari per l’aiuto ricevuto. Della situazione sono, poi, stai informati i Servizi sociali del Comune che, a loro volta, si sono attivati per garantire un aiuto continuativo alla coppia. «Questa famiglia ci era totalmente sconosciuta – spiega l’assessore alle politiche sociali, Sandro Marangon – abbiamo avviato i contatti per conoscere esattamente la loro condizione e programmare ogni aiuto possibile». Dalle scarse informazioni disponibili (i carabinieri, ovviamente, non hanno condotto un’istruttoria conoscitiva, ma hanno affrontato l’emergenza) non sembra una situazione di povertà estrema che non consenta l’acquisto di cibo ma, piuttosto, un quadro di problematiche socio sanitarie, in cui all’aggravamento delle condizioni fisiche, tale da non consentire più l’autosufficienza alla donna e al nipote, si è aggiunta la scarsa conoscenza della rete di volontariato cittadina e, quindi, l’impossibilità di chiedere aiuto. «Non riusciamo a rispondere a tutte le richieste di aiuto come vorremmo – ammette l’assessore Marangon – ma ci sono cose più complesse (un reddito di sostegno, un’abitazione, ad esempio) e cose più semplici da fare. Nel caso degli aiuti alimentari vorrei assicurare tutti che se informati delle necessità, possiamo intervenire rapidamente e in modo appropriato».

Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 10:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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