I segreti dell'ultimo dei cestai: Sandro ha recuperato l'antico mestiere ed è diventato Maestro

Domenica 26 Luglio 2020 di Raffaella Ianuale
I segreti dell'ultimo dei cestai: Sandro ha recuperato l'antico mestiere ed è diventato Maestro
Sandro Milan, 52 anni, di Mirano (Venezia) ha recuperato l'antico mestiere e conquistato il titolo di Maestro. «Ho imparato l'arte dell'intreccio studiando i documenti del museo di Storia Naturale e rubando da Tiziano e Tintoretto».

IL PERSONAGGIO
L'ultimo dei cestai veneti. Lo è diventato reinventandosi la vita dopo i quarant'anni attraverso la scoperta di un mestiere antico che all'inizio lo ha affascinato e infine lo ha completamente rapito nelle atmosfera e negli aromi di tempi lontani. Un lavoro meticoloso fatto di tanta passione, voglia di farcela, studio, amore per la natura e conoscenza dell'arte. Perché solo così si fa il salto di qualità e si conquista il titolo di maestro cestaio. Sandro Milan, veneziano di Mirano, 52 anni compiuti lo scorso febbraio, è diventato un punto di riferimento che va oltre il territorio veneto e il testimone di tanta memoria che altrimenti andrebbe persa. Rubando con gli occhi dal vecchio amico Gaetano, tanto abile nell'intreccio quanto geloso delle sue competenze, e immortalando in scatti, complice la passione per la fotografia, i movimenti ripetitivi delle mani ha imparato l'arte di fare ceste. E quella che inizialmente sembrava un'infatuazione è diventata ora la sua unica professione. Lo ha fatto con minuzia recuperando il materiale sulla storia della cesteria conservato nelle biblioteche, sfogliando foto degli anni Trenta e Quaranta e studiando statue e quadri a caccia di quei particolari snobbati dai più.
«Tantissime notizie sull'arte della cesteria le ho ricostruite attraverso i dipinti dei nostri pittori come Giovanni Fattori e Giuseppe Barison - racconta - ma sono anche risalito indietro nel tempo al genio irripetibile di Tiziano e di Tintoretto. Quando gli artisti ritraggono il popolo e i mercati io punto sempre a cercare qualche cesta. Ne ho trovate nelle statue lignee nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia, ma anche nella chiesa dei Frari». A supportarlo gli studi al liceo artistico di Treviso, frequentato nel corso serale quando aveva già 24 anni per soddisfare quel desiderio di conoscenza che il diploma conseguito da ragazzo non aveva colmato.



SCOPERTE ARTISTICHE
Nei quadri dei pittori veneti ha scoperto come erano fatte le ceste usate per il mercato del pesce di Rialto, a Chioggia ha anche trovato un viero, un contenitore dall'ampio diametro utilizzato non solo per il pesce, ma anche per la raccolta delle moeche (i granchi durante la muta), e per far crescere le anguille. Il resto lo ha ricostruito studiando i documenti conservati nel Museo di Storia Naturale di Venezia. Tanta conoscenza che trasmette ai ragazzini tenendo lezioni teoriche e laboratori in asili e scuole. «I miei allievi partono già dai quattro anni - racconta - è a questa età che i bambini scoprono l'uso delle mani e sono ricettivi al massimo, senza avere sovrastrutture. Ottimi riscontri ci sono pure nelle scuole elementari e medie. A fine laboratorio i ragazzini tornano a casa con un cestino creato con le proprie mani».

Chi voglia imparare l'arte dell'intreccio, una delle più antiche dell'uomo, può incontrare Sandro Milan durante i suoi corsi, da poco ripresi dopo il lockdown, come quello alla bio-fattoria Rio Selva a Preganziol (Treviso) e alla residenza artistica che terrà dall'1 al 15 agosto in Val Tramontina nelle Prealpi Carniche in provincia di Pordenone. «Intrecciare oggi ci aiuta a prendere contatto con noi stessi e con la nostra manualità - spiega - in un percorso che ci fa riscoprire la natura, il nostro territorio e gli antichi saperi». A partire dalla conoscenza della campagna veneta e del materiale da recuperare per creare la trama.

AMORE PER LA NATURA
«Grazie a questo lavoro sono giunto ad amare la natura, cammino molto nei nostri campi alla ricerca della vegetazione utile per creare le ceste» dice l'esperto che spiega cosa sono le strope, i rami un tempo utilizzati per legare i tralci delle viti. «Vicino a San Giacomo dell'Orio a Venezia c'è il Campiello delle Strope, che altro non sono che i salici. La zona del Sandonatese ne è ricchissima, qui ci sono i salici gialli fluorescenti, ma poi esistono quelli verdi ed è tutto materiale particolarmente adatto per la cesteria». Poi nelle case di campagna trova ceste usate per la raccolta nell'orto e quelle per contenere gli attrezzi. «Quasi tutte arrivavano dal Bellunese portate dai pastori che scendevano in pianura per la transumanza e qui vendevano i prodotti del loro artigianato».

IN VIA D'ESTINZIONE
E fin qui è storia risaputa. Però quando Sandro Milan ha iniziato il suo insolito viaggio ha attraversato un momento di crisi, convinto di essere il solo al mondo a svolgere questa attività. «Sentivo la necessità di confrontarmi, mi sentivo isolato». Così quattro anni fa ha partecipato al primo simposio dei cestai a Montorio nel Veronese e qui ha incontrato trentacinque colleghi giunti da tutta Italia. «Mi sono rigenerato, ho preso una boccata d'ossigeno e sono rimasto in contatto con tutti attraverso uno scambio quasi giornaliero». Scoprendo così che nelle province di Padova, Venezia e Treviso non c'è nessuno che pratica quest'arte a livello professionale, mentre a Bassano del Grappa c'è un coltivatore di salice, preziosa materia prima per l'intreccio. Due anni fa c'è stata un'altra adunanza dei cestai a Pordenone e l'anno scorso sul Lago Maggiore. Adesso il prossimo appuntamento sarà a Montecchio Terni.

«La mia avventura sta prendendo forma e ogni anno a questi incontri cerchiamo di sviscerare un tema: quello di quest'anno riguarda il turismo esperienziale». Ed ecco che racconta di cosa si tratta: intercettare i turisti che arrivano non solo per visitare, ma anche per imparare i mestieri tipici di un territorio. «Proponiamo ai visitatori prima la realizzazione di una fuscella e poi con questo contenitore andiamo in malga a fare il formaggio». Un'esperienza da provare e da assaggiare.
Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 13:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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