Massaggi a luci rosse nei centri benessere durante il coprifuoco: clienti a rischio sanzioni

Sabato 15 Maggio 2021 di Fabrizio Cibin
Operazione della Squadra Mobile di Venezia contro la prostituzione

SAN DONÀ - Il tariffario variava tra i 50 e i 100 euro. E non per dei semplici massaggi. Quello che gli inquirenti hanno scoperto, nelle indagini che hanno portato al sequestro di due centri massaggi, rispettivamente a San Donà di Piave ed Eraclea, era un vero giro di prostituzione. I 50 euro corrispondevano a qualche gioco a sfondo erotico, mentre per avere un rapporto sessuale completo si arrivava ai cento euro. Cifre tutto sommato contenute, in un ambiente protetto e pulito, che permettevano evidentemente di avere un certo giro di clientela.
 

CLIENTELA NUMEROSA
Forse fin troppa, visto che il via-vai di uomini, soprattutto nelle ore notturne, a dispetto del coprifuoco che imporrebbe il rientro a casa entro le 22, non è passato inosservato. Neppure agli inquirenti. Le indagini della Squadra Mobile della Questura hanno così portato al sequestro delle due attività che apparivano ufficialmente come centri massaggi, all’interno dei quali, però, giovani donne cinesi esercitavano l’antica professione. Il provvedimento è stato adottato dalla Procura della Repubblica di Venezia, che ha coordinato le indagini che erano iniziate lo scorso settembre proprio a seguito di alcune segnalazioni di cittadini cui non era sfuggito il movimento inusuale in quelle strutture, soprattutto in orari che prevedevano il rispetto delle norme per il contenimento della pandemia.
 

LA GESTIONE
A gestire i due centri era una donna di 36 anni, lei stessa di nazionalità cinese, indagata per favoreggiamento della prostituzione. Le attività di indagine hanno, infatti, consentito agli investigatori di accertare che la titolare, sebbene formalmente accomunata alle altre donne nella qualità di dipendente di uno dei centri, ne sfruttasse in realtà la prostituzione. In particolare, l’indagata pubblicizzava l’attività su internet con immagini che ritraevano giovani ragazze cinesi in abiti succinti e in posizioni sessualmente esplicite. Era lei, inoltre, che contrattava il prezzo del servizio con i clienti.
 

SIGILLI
Oltre al sequestro preventivo, la Procura ha richiesto al giudice per le indagini preliminari l’applicazione all’indagata della misura cautelare dell’obbligo di dimora e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, in quanto la stessa si è resa responsabile del reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Ma ora a tremare sono anche i clienti. Al di là dell’atto di ricorrere, di nascosto, a delle “signorine”, pagandole in cambio del sesso, c’è la violazione del coprifuoco, la cui sanzione sarebbe difficilmente giustificabile.

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