Una moschea nell'ex supermercato Pam, i residenti sul piede di guerra

Mercoledì 3 Maggio 2023 di Fulvio Fenzo
MESTRE Via Piave, l'ex supermercato Pam è diventato centro di preghiera

MESTRE - Tutto è cominciato con l’ultimo Ramadan. «Abbiamo sentito dei rumori dal piano di sotto, lì dove tanti anni fa c’era un supermercato. Il Pam, ve lo ricordate? Abbiamo guardato in strada ed abbiamo visto gruppi di cittadini bengalesi arrivare vestiti a festa, tutti uomini, che hanno iniziato ad entrare in quei locali rimasti deserti da decenni. Da allora entrano ed escono ogni giorno, perlopiù all’ora di pranzo. Entrano, pregano e se ne vanno. Qui, sotto casa nostra».
Via Piave, angolo via De Amicis, la prima parte della strada venendo dal centro. Qui sorgerà un nuovo centro islamico ai piedi di un ex residence con 65 appartamenti dove i proprietari sono già sul piede di guerra, con un’assemblea condominiale convocata per l’8 maggio con questo punto all’ordine del giorno.

Gli amministratori del palazzone preferiscono non esporsi troppo: «Siamo a conoscenza della questione e non stiamo sicuramente fermi. È un problema delicato su cui bisogna indagare. La destinazione d’uso dei locali? Non ne siamo a conoscenza». Decisamente più diretti alcuni inquilini, tra cui una abitante che ha parlato direttamente con l’imam: «Mi ha detto che vogliono aprire una scuola coranica ed un centro di preghiera». «È necessario capire se hanno delle autorizzazioni e, nell’assemblea di lunedì prossimo, è invitato anche il proprietario dei locali che ha dato in affitto questi spazi - aggiunge un’altra residente -. Quando si affitta bisogna pensare anche a chi si affitta, e se ne farà buon uso. Di certo, finora, in questi spazi l’unica cosa che hanno fatto è di coprire dall’interno le vetrate su via Piave con dei teloni, per non far vedere l’interno».


I PRIMI ARRIVI
I primi “movimenti” risalirebbero comunque ad alcuni mesi fa. «In novembre abbiamo iniziato a vedere alcune persone, sempre di nazionalità bengalese, che portavano dentro materiali come dei banchi frigo - raccontano in zona -. Contemporaneamente abbiamo notato come fosse sparito il cartello “affittasi” rimasto lì per anni in attesa che qualcuno rilevasse quello spazio. Poi, nelle scorse settimane, sono tornati per riportare via quei banchi e liberare tutti i locali. Dalla festa dell’ultimo giorno del Ramadan sono qui ogni giorno, a volte portando anche i bambini. Entrano dalla porta laterale su via De Amicis, oppure dall’accesso su via Felisati. Si portano i loro tappeti, li stendono e pregano».


LA DESTINAZIONE
La destinazione commerciale dell’ex supermercato (il Pam di via Piave fu il primo ad essere aperto a Mestre rivoluzionando le abitudini dei residenti della zona) non sarebbe incompatibile con quella di un “centro culturale” che sarà probabilmente l’insegna che la comunità bengalese metterà prima o poi all’entrata, ma qui tutti ricordano bene cosa successe anni fa in quello di via Fogazzaro. Se nel frattempo altri centri islamici sono sorti nella zona di via Torino (almeno tre), in capannoni dismessi, il “ritorno” di aperture simili in pieno centro rischia di riaccendere le proteste che, per ora, si sono limitate ai “vicini di casa” più immediati rispetto alla nuova - anche se per ora spoglia - sala di culto. In una via Piave dove, all’inizio di quest’anno, la comunità evangelica cinese si è aggiudicata l’ex cinema Piave per farne la loro chiesa. E se questo è comunque il segno dei tempi e delle trasformazioni urbane, non sarà facile spiegarlo. 
 

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Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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