«Grazie Gesù per mamma e papà»
La piccola Celeste ha fatto la comunione

Lunedì 15 Ottobre 2018 di Mauro De Lazzari
La cerimonia delle comunioni celebrata domenica all’aperto per i 27 bambini di Tessera, tra cui la piccola Celeste
«Ringrazio Gesù per avermi fatto il dono di mamma e papà». É il pensiero di ringraziamento che Celeste ha espresso ieri poco prima di ricevere la sua prima comunione. I 27 bambini che ieri a Tessera hanno ricevuto il sacramento della comunione sono stati chiamati, poco prima dell’atto solenne, a pronunciare qualche parola di ringraziamento al Signore per l’importante passo che stavano facendo. E Celeste, che può comunicare solo attraverso un sofisticato sistema basato su piccoli movimenti di occhi e labbra, quando è stato il suo turno ha voluto manifestare riconoscenza a Gesù  «per il tanto amore – ha detto - che le danno mamma e papà». Parole che tradotte da Arianna Natural, la studentessa specializzata nella lingua dei segni che ha messo a punto il sistema con cui Celeste comunica, hanno commosso tutti i presenti, e per mamma Betty e papà Gianpaolo è stato difficile trattenere le lacrime. 
PRIMA COMUNIONE Quando Celeste Carrer nacque, i medici non le diedero più di diciotto mesi di vita a causa di una terribile forma di atrofia muscolare spinale che non le avrebbe consentito di vivere. Otto anni e mezzo dopo la bambina continua, invece, la sua battaglia per la vita e, seppur costretta su una carrozzina e nutrita da un sondino, frequenta la terza elementare della scuola Collodi, a volte partecipando alle lezioni, altre volte in videoconferenza da casa con l’aiuto di un’insegnante. E ieri, assieme a 26 coetanei, ha ricevuto la prima comunione. Alla bambina, prima che la Cassazione bloccasse la terapia, sono state praticate otto infusioni di cellule staminali, «grazie alle quali – ricorda spesso il papà – mostrava chiari segnali di miglioramento. Ora la situazione è stabile e a Celeste non viene somministrato alcun supporto farmacologico». 
MESSA ALL’APERTO La messa celebrata dal parroco di Tessera, don Lionello Dal Molin, ha avuto luogo nel campo sportivo del patronato di via Alessandria. Don Lionello in questo modo ha voluto favorire Celeste che, per essere preservata da eventuali patologie respiratorie che per lei potrebbero essere pericolose, deve evitare il più possibile gli ambienti chiusi, ma ha voluto anche dare comoda ospitalità alle tantissime persone che non hanno voluto mancare alla cerimonia. «Noi facciamo distinzione su tutto – ha detto il parroco durante la cerimonia - sul colore della pelle, su chi è sano e chi è ammalato, su chi è intelligente e chi meno e via dicendo. Il Signore non fa, invece, distinzione alcuna, perché siamo tutti figli suoi e ci pone sullo stesso piano, amandoci indistintamente. Comunione significa proprio questo – ha aggiunto – e noi dobbiamo seguire l’insegnamento del Padre accogliendo con amore e tolleranza anche chi, all’apparenza, potrebbe avere tratti o caratteristiche diverse dalle nostre». Celeste, che la sera precedente aveva comunicato al suo diario personale di essere molto emozionata per la bella giornata che l’attendeva, ha ricevuto la comunione non attraverso la particola che avrebbe potuto inghiottire, ma sorseggiando un goccio del vino consacrato datole con un cucchiaino dai suoi genitori. «Agli altri bambini ho dato il pane – ha spiegato don Lionello – a Celeste ho dato il vino. Che è quanto ha fatto il Signore con i discepoli nell’Ultima Cena».
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