Si torna a visitare gli anziani, la soddisfazione nelle case di riposo: «Gli ospiti erano stremati»

Lunedì 10 Maggio 2021 di Luca Bagnoli
La stanza degli abbracci
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MIRA - «Queste nuove norme sono le più idonee. Siamo pronti anche a partire con i tamponi all'interno». É questa la primissima reazione di Paolo Dalla Bella, presidente della residenza per anziani Adele Zara di Mira, commentando l'imminente riapertura delle visite agli ospiti da parte dei familiari che per lunghi mesi hanno atteso questo momento, e che solo recentemente, in alcuni casi, avevano ottenuto qualche concessione grazie però a distanziatori a dir poco ingombranti. «Infatti noi stiamo già da tempo accogliendo gli incontri - precisa Dalla Bella - ma si tratta di visite effettuate con le barriere protettive, come gli abbracci separati dal velo, oppure i contatti da una parte all'altra di un vetro».

Niente di tutto ciò da adesso in poi, sempre che il parente, rigorosamente munito di mascherina Ffp2 (dunque la chirurgica non è sufficiente), sia vaccinato, oppure sia stato contagiato e poi naturalmente guarito, o ancora che possa esibire l'esito di un tampone negativo eseguito però nelle ultime quarantotto ore.


GRANDE PASSO AVANTI
«É un grande passo in avanti - prosegue il presidente - oggi abbiamo in programma un'importante riunione in struttura, durante la quale discuterò con i miei collaboratori per pianificare la strategia logistica». L'idea iniziale sembra quella di approntare un servizio visite all'esterno. «Penso organizzeremo tutto all'aperto - ipotizza Dalla Bella - saranno in ogni caso spazi perfettamente idonei, per adeguarsi a queste nuove regole che sono davvero quelle migliori per cominciare a riaprire le visite come più o meno accadeva prima della pandemia».
Capitolo tamponi. «Non so ancora di preciso come gestiremo la questione - dice con prudenza il presidente - ma se la Ulss ci concederà la possibilità di offrire ai familiari un servizio tamponi in loco, senz'altro ne approfitteremo, perché con i test rapidi e quelli di terza generazione in pochi minuti potremo aprire in totale sicurezza le porte della nostra residenza. Inoltre - aggiunge - molte persone ormai sono vaccinate, siamo arrivati ai cinquantenni, e più il tempo passa e più il numero aumenta, dunque se a questo sommiamo i tamponi e i guariti, il futuro più prossimo si presenta bene».


FELICI ANCHE GLI ADDETTI
A sognare questo momento non ci sono solamente i parenti e i loro cari, ma anche gli stessi addetti ai lavori delle case di riposo. «Siamo molto contenti - conferma Dalla Bella - sta per succedere un qualcosa di veramente positivo, per tutti, e atteso oramai da più di un anno. I nostri ospiti sono stremati, non ce la fanno più - rivela - hanno bisogno di vedere, incontrare le famiglie, possibilmente avendo un contatto fisico un po' ravvicinato, benché in piena sicurezza per la salute. Il rischio altrimenti si chiama decadimento cognitivo, e non solo - ammonisce - Proviamo a pensare quanto è dura questa situazione per chiunque, e poi facciamo il confronto con la condizione in cui versano le persone anziane, fragili, vulnerabili, e ovviamente i loro cari». Una condizione in procinto di mutare celermente, evolvendosi nella direzione auspicata da tutte le parti in causa.
 

Ultimo aggiornamento: 17:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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