Via la carriera alias dalla scuola, scoppia la polemica contro Fdi: «Tono intimidatorio e ignoranza sull'identità di genere»

Lunedì 3 Aprile 2023
Cambio nome per gli studenti transgender. L'Anpi contro Fratelli d'Italia: «Preoccupante l'ignoranza sul tema dell'identità di genere»

VENEZIA - Arrivano le reazioni all'accusa di falsità ideologica mossa da Fratelli d'Italia alla preside del liceo "Marco Polo" di Venezia Maria Rosa Cesari, per aver consentito agli studenti transgender del suo istituto di sostituire il nome anagrafico ricevuto alla nascita.

I responsabili del partito di Giorgia Meloni hanno inviato una lettera, su carta intestata del partito, alla dirigente scolastica veneta intimandole di interrompere le iscrizioni con carriera alias, sostenendo che sarebbero contrari all'art. 479 del codice penale, che punisce proprio la falsità ideologica.

L'Anpi

La nota di Fratelli d'Italia contro le carriere alias al Liceo Marco Polo di Venezia «è gravemente lesiva dell'autonomia scolastica e dietro pretestuosi richiami di legge tradisce in realtà la sua impronta transfobica che si inserisce in una visione della società basata su pregiudizi e discriminazione». Lo afferma in una nota l'Anpi provinciale di Venezia. «La 'carriera alias' - prosegue la nota dell'Anpi - è semplicemente uno strumento in più a disposizione degli insegnanti, che favorisce rapporti interpersonali improntati alla correttezza e al reciproco rispetto delle libertà e all'inviolabilità della persona. Dunque, nessun falso ideologico e nessuna sostituzione di persona». Il comunicato di Fdi «non può che destare preoccupazione, per più motivi: per il tono intimidatorio, per il metodo (da quando un partito è legittimato a richiamare all'ordine i dirigenti scolastici?), per l'impostazione di fondo e per il contenuto, da cui traspare una netta chiusura e una sostanziale ignoranza su temi importanti legati all'identità di genere», conclude l'Anpi.

Studenti Medi del Veneto

Sulla lettera di FdI contro le carriere alias al Liceo Marco Polo di Venezia «siamo di fronte all'ennesima strumentalizzazione da parte della destra più becera». Lo afferma oggi in una nota la Rete degli Studenti Medi del Veneto. «Quello che chiediamo, da parte nostra e di molti altri studenti del Paese - dichiara il coordinatore regionale Marco Nimis - è di venire riconosciuti con il nostro nome all'interno dei documenti non ufficiali inerenti alla scuola, in modo tale da poter avere dei luoghi di istruzione sicuri e in cui tutti si possano sentire a casa. Le carriere alias nelle università sono la normalità da ormai tantissimi anni; il lavoro fatto da studenti, docenti e presidi, finalmente anche nelle scuole superiori, deve aver messo in difficoltà chi, anche grazie a questo governo, si sente onnipotente e in grado di dire senza timore che avere la libertà di essere riconosciuti per chi si è all'interno della propria scuola non debba essere considerato un diritto». La Rete ricorda quindi che «ha da poco lanciato la campagna regionale Chiamami Col Mio Nome, che si pone come obiettivo proprio quello di introdurre le carriere alias e il congedo mestruale in tutte le scuole della regione».

Il segretario regionale Pd Martella

Di fronte a una ingerenza grave e del tutto inaccettabile ho presentato un'interrogazione al Ministro dell'Istruzione Valditara per chiedere quali iniziative intenda assumere per difendere il principio dell'autonomia scolastica del Liceo artistico Marco Polo di Venezia«. Lo afferma il senatore e segretario regionale del PD Veneto, Andrea Martella.

«Ho inoltre chiesto se non ritenga di dover stigmatizzare le azioni poste in essere da parte di movimenti e forze politiche nei confronti della dirigente scolastica rispetto a strumenti come la carriera alias, comunque attivabili a tutela di persone e famiglie che ne hanno fatto o intendono farne richiesta. Riteniamo che le iniziative mosse nei confronti del liceo Marco Polo siano davvero gravi e motivate solo da ragioni ideologiche. La scuola intesa come comunità di persone - prosegue Martella - deve essere messa al riparo da forme di strumentalizzazioni come quelle a cui stiamo assistendo».

Il Movimento 5 Stelle

«A che titolo il partito di Giorgia Meloni, con i suoi delegati a Venezia, avrebbe scritto a una preside di una scuola per chiedere di interrompere le iscrizioni con carriera alias nella sua scuola? Si tratta di un ingerenza gravissima che mina l'indipendenza e l'autonomia della scuola e che rivela per l'ennesima volta l'approccio ideologico e reazionario di Fratelli d'Italia, che stavolta si scaglia contro i percorsi scolastici che consentono agli studenti transgender di sostituire il nome anagrafico ricevuto alla nascita. Esprimiamo totale solidarietà alla preside del liceo Marco Polo di Venezia Maria Rosa Cesari, destinataria di questa comunicazione assurda, e appoggio incondizionato alla sua scelta di andare avanti. Chiediamo al ministro Valditara di esprimersi su questa ingerenza così clamorosa e intollerabile della politica nei confronti della scuola». Così la capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione alla Camera Anna Laura Orrico.

La Cgil

«La CGIL Venezia - dichiarano Daniele Giordano, Segretario generale CGIL Venezia e Giuliana Leorato, Segretaria generale FLC CGIL Venezia - ritiene ingiustificabili l’ingerenza di Fratelli d’Italia, nei confronti del Liceo Marco Polo di Venezia, e le parole fortemente offensive del senatore Speranzon. Si tratta di decisioni prese da un istituto su questioni che riguardano la vita scolastica di alunni e docenti. Il ritardo della burocrazia, dove non si applica la Carriera Alias, pone davanti alla difficile situazione di avere documenti interni inutilmente discriminatori, come ad esempio i registri di classe. Ancor più grave - proseguono Giordano e Leorato - è l’atteggiamento transfobico del senatore Speranzon, che descrive il non riconoscersi nel proprio sesso biologico come vizio di una società incontentabile. Si può davvero paragonare la messa in discussione della propria identità, processo spesso difficile per una ragazza o un ragazzo, con l’andare a bere una birra? Ancora, il senatore dichiara che i ragazzi dovrebbero accettarsi per come sono, ed è proprio quello che fanno e che viene permesso loro grazie a strumenti come questo messi a disposizione dalle scuole e dalle università. Aggiungiamo che per gli studenti minorenni la richiesta di Carriera Alias deve essere richiesta dai genitori, può essere richiesta in modo autonomo solo da studentesse e studenti maggiorenni».

Continuano nella nota: «Le Carriere Alias sono da anni la normalità negli atenei di tutto il Veneto, e progressivamente vengono introdotte anche negli istituti scolastici. È un’esigenza condivisa dall’intera comunità: studenti, genitori e docenti. Ancora una volta delle misure semplici ed innocue, volte a rispettare percorsi che già di per se sono difficili e a garantire un corretto rapporto interpersonale, diventano oggetto di polarizzazione e strumentalizzazione politica. È inaccettabile l’attacco personale alla preside, che viene accusata di protagonismo per essersi difesa da un attacco al suo operato, concordato con la comunità scolastica. Speranzon è inadeguato a rappresentare la Repubblica e le sue cittadine e cittadini, non ha il minimo senso delle Istituzioni e del rispetto dei diritti di chi non la pensa come lui che ha ancora la “fiamma” nel cuore. Ci aspettiamo le scuse del senatore, non solo nei confronti della comunità lgbtqia+ e dei presidi, ma anche nei confronti di tutte le persone che non accettano il ritorno di una retorica di marginalizzazione delle diversità. Venezia - concludono Giordano e Leorato - sarà in grado di rispondere costruendo un Pride delle diversità, trasversale, tra tutte le forze sociali. La nostra non è la città dell’oscurantismo che Speranzon, FdI e i movimenti ProVita vorrebbero dipingere, ma una città da sempre aperta ai diritti delle persone, in grado di guardare i cambiamenti interpretandoli e rispettandoli».

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 12:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci