Caro bollette, la ricetta dei sindaci: «Termosifoni nelle scuole da novembre. Dipendenti comunali in telelavoro»

Domenica 4 Settembre 2022 di Emanuela Furlan
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MEOLO - Le bollette di luce e gas alle stelle rischiano di far saltare i bilanci comunali. Per questo la Conferenza dei sindaci del Veneto Orientale ha deciso di correre ai ripari, istituendo un gruppo di lavoro per individuare i possibili interventi di risparmio energetico nei territori del Sandonatese e del Portogruarese. Alla guida del gruppo è stato nominato Daniele Pavan, sindaco di Meolo e vicepresidente della stessa assemblea dei sindaci, ingegnere elettrotecnico esperto del settore, che da 16 anni si occupa della gestione della spesa energetica delle aziende di Confindustria. Solo i sindaci di cinque Comuni, su 21, erano presenti alla riunione di venerdì.
«Erano così pochi perché si trattava di un gruppo operativo - precisa Pavan -, ma non è stato necessario cercare ulteriori consensi, perché fin da subito diversi altri sindaci hanno dato la loro adesione per coordinare delle azioni che siano condivise da tutto il territorio affinché si possa attuare una razionalizzazione dei consumi e della spesa energetica.


Che cosa è emerso in quell'incontro iniziale?
«Siamo partiti con un focus sulla situazione, non solo fino ad oggi ma anche sullo scenario futuro.

Dati alla mano, anche con l'aiuto di un trader multinazionale di commodity energetiche presente alla riunione, le spese per l'illuminazione pubblica e il riscaldamento degli edifici comunali a fine 2022 saranno triplicate rispetto al 2021».


Come pensate di contenere i costi?
«Vorremmo arrivare a condividere un piano di azioni comune che intervenga sugli sprechi di luce e gas».
Già alcuni Comuni hanno provveduto a spegnere i lampioni stradali
«Sicuramente l'illuminazione pubblica andrà gestita con degli spegnimenti. Adesso un po' tutti i Comuni si sono mossi a modo loro: chi ha deciso i lampioni alternati, chi li ha spenti tutti, chi invece essendo località balneare nel periodo estivo ha scelto di lasciare le luci accese. Dovremo trovare un punto di raccordo sulla razionalizzazione dell'illuminazione pubblica, tenendo conto anche che ci sono impianti vetusti che consumano esattamente cinque volte rispetto a un impianto nuovo».


E per i costi del riscaldamento?
«La stagione fredda è ormai alle porte e quindi dovremo fare delle scelte che purtroppo andranno contro il confort di dipendenti e cittadini. L'accensione dei termosifoni negli edifici pubblici, scuole comprese, potrebbe essere procrastinata rispetto all'avvio consueto del 15 ottobre. Anche questo è un tema che affronteremo, come pure quello di attuare per i dipendenti pubblici lo smart working in determinati giorni della settimana. In questo modo si potrà spegnere il riscaldamento negli uffici che non devono fare servizio pubblico continuo, come Anagrafe e Stato civile, condensando le giornate di rientro dei dipendenti comunali. Tenendo i termosifoni spenti per uno o due giorni a settimana si potranno ridurre i consumi. E poi andrà approfondita anche con i tecnici la temperatura media da tenere negli ambienti».


Ci saranno limitazioni del riscaldamento anche nelle scuole?
«È importante trovare il punto giusto di equilibrio tra la necessità di ventilazione delle aule, a causa delle persistenza del Covid, rispetto al costo energetico per avere riscaldate le aule con una finestra aperta. Ne discuteremo presto con i dirigenti scolastici».


Ci dobbiamo aspettare un Natale senza l'albero illuminato in piazza e le luminarie?
«Le luminarie non hanno impatti significativi sul consumo. È vero che fanno luce, ma non hanno l'intensità luminosa richiesta dal Codice della strada, che necessita di molta potenza. Sono apparecchiature da uno-due watt, con un consumo talmente basso che non sposta il costo in bolletta. Ma un'installazione sobria delle luminarie sarebbe un messaggio per i cittadini. Si farà austerity anche su questo, però non mancheranno certo l'albero di Natale e le luminarie».


C'è urgenza di prendere decisioni: quali saranno le prime?
«Ci troveremo già la settimana prossima per normalizzare l'utilizzo dell'illuminazione pubblica, che dovremo affrontare presto perché le giornate si accorciano e le ore notturne cominciano a pesare, successivamente affronteremo il tema del riscaldamento, che sarà un altro scoglio importante. Ormai abbiamo capito che l'emergenza energetica durerà parecchio. Non possiamo più sperare che sia un momento sporadico in cui si stringono i denti e poi passa. Questo problema che ce lo porteremo per almeno un paio di inverni e si dovranno fare interventi».


Come affronterete i costi delle bollette comunali di quest'anno?
«Ad oggi, così come sono, i Comuni rischiano davvero di avere un dissesto per le spese triplicate. Sarà necessario un aiuto dallo Stato per affrontare questa spesa, altrimenti rischiano veramente di consegnare le chiavi del municipio per colpa delle bollette».


Pensate che ci saranno risultati con le iniziative che verranno intraprese?
«La situazione è alquanto preoccupante e non abbiamo tantissime leve a nostro vantaggio. Noi sindaci, oltre a fare una razionalizzazione, potremo anche fare delle analisi di medio periodo per la produzione di energia da fonti rinnovabili nel momento in cui le comunità energetiche diventeranno veramente operative. Ma questo nel medio periodo, mentre nel breve periodo dobbiamo agire con i pochi mezzi che abbiamo a disposizione. E l'unico mezzo efficace che oggi abbiamo è l'interruttore».

 

Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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