VENEZIA - Dal raddoppio, fino a cinque volte tanto. Il caro energia non risparmia nessuno e anche le case di riposo e le strutture di assistenza ai meno fortunati devono mettere mano al portafoglio. Nel territorio provinciale le voci sono le stesse, c'è chi si dice cauto nella gestione delle rette, chi non vuole aumentare puntando su investimenti alternativi e chi invece è spalle al muro. Luigi Polesel, presidente dell'Ipav, racconta di un milione di extra-costi per il 2022 e di almeno due milioni per il prossimo anno, se la situazione non cambierà.
LE STRUTTURE
Un problema che toccherà i 180 ospiti di San Lorenzo, i 90 di San Giobbe, i 120 delle Zitelle a cui aggiungere i due centri diurni nella sola città di Venezia. A Mestre ci sono i 120 posti del Contarini, i 351 posti dell'Antica scuola dei battuti, oltre a due centri diurni, una comunità psichiatrica con venti utenti. E poi il Giubileo, con venti utenti, il centro per i minori Villa Lucia e il Pompeati. «Si tratta di una stima che riguarda il raddoppio dei costi secco. Dobbiamo ancora affinare i conti, ma diciamo che per ospite l'aumento tra energia, gas e materie prime è di 13-14 euro al giorno. Siamo in media con le stime dell'Uripa, che parlano di 400 euro al mese», racconta Polesel.
LE PREOCCUPAZIONI
Timori condivisi da Laura Friselle, presidente dell'Opera Santa Maria della Carità (centro Nazareth di Zelarino e centro Pellestrina): «L'aumento sta impattando parecchio, i costi più o meno sono triplicati, ma stiamo ancora valutando economicamente i centri di costo. Stiamo cercando di contenere il forte impatto, abbiamo tentato di rinegoziare i contratti, ma è difficile. Ci siamo riusciti in parte, ma la preoccupazione per l'inverno c'è». Anche perché il nodo rimane quello dei contributi: «Per ora reggiamo, ma ci aspettiamo contributi a livello nazionale. Sulle rette, al Nazareth non possiamo aumentarle di certo, rimaniamo all'interno del contributo che riceviamo dal Comune, anche perché non vogliamo gravare sulle famiglie. È possibile ipotizzare qualche arrotondamento, ma nulla di impattante». Diverso il discorso per l'isola veneziana: «Valutiamo aggiustamenti perché siamo tra i più bassi, niente comunque di stravolgente. Ci teniamo a dare un servizio alle famiglie». Friselle guarda lontano: «Stiamo valutando la possibilità di orientarci sulle rinnovabili, dove possiamo muoverci lo facciamo, ci vorrebbe uno snellimento della burocrazia però. A Pellestrina è difficile ottenere il via libera, ci auguriamo di riuscire a proseguire verso quella strada per il bene comune».
Preoccupato Andrea Mazzoccato della residenza Santa Maria del Rosario di Carpenedo e Anni Sereni di Scorzé: «Gli incrementi sono stati devastanti e ammontano a circa il 160 per cento su gas e corrente elettrica. Inoltre bisogna considerare tutte le materie prime». Nonostante questo, ancora non ha deciso nulla sulle rette: «Per ora ancora non c'è stata una decisione sul futuro delle rette». Restando in provincia, Mario Modolo di Sereni Orizzonti, che a Marcon ha l'rsa San Giorgio, commenta: «I costi sono saliti oltre il cento per cento per gas e energia elettrica. È inevitabile, ma credo di saranno sicuramente aumenti per quello che riguarda le rette». Dal Lido, la Codess che gestisce il Carlo Stebb è cauta nell'esprimersi. Elisa Bragagnolo, responsabile d'area per il Veneto, dichiara: «Sicuramente la direzione esprime preoccupazione per quello che sta accadendo dal punto di vista dei costi. Stiamo cercando però di capire come si comporterà la Regione e poi di conseguenza si prenderanno le decisioni sulle rette, ad ora stiamo ancora lavorando sulle stime».