Il medico: «Effetto del Carnevale sulla prima emergenza-contagi a Venezia»

Venerdì 3 Aprile 2020 di Nicola Munaro
I controlli delle forze dell ordine con le mascherine durante l ultima domenica di Carnevale
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VENEZIA I primi due anziani contagiati, Venezia li ha registrati la mattina di domenica 23 febbraio. Poi ce ne sono stati altri, sempre di persone anziane, che si sono susseguiti nei primissimi giorni di emergenza coronavirus quando il contagio aveva interessato in buona parte la città storica, in quel fine settimana nel bel mezzo del Carnevale poi sospeso (alle 14 dello stesso 23 febbraio) dopo il volo dell’Aquila dal campanile. E il Carnevale, così come la presenza di persone da ogni parte del mondo - caratteristica da sempre nel Dna di una città come Venezia - potrebbero aver agevolato i primi contagi in città, nei giorni in cui Covid-19 si stava espandendo anche fuori dalla Cina. 
È l’analisi fatta ieri dal dottor Massimo Girotto, direttore dell’ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia, il Civile, durante il quotidiano incontro con le organizzazioni sindacali facendo una ricognizione sulla curva della malattia. A salvare la città storica ci ha pensato poi il lockdown, quando con la chiusura di uffici e locali decisa dal Governo, Venezia, che è un’isola ed è in questo più facile da difendere, ha avuto un rallentamento della diffusione di Covid-19 e i numeri si sono normalizzati facendo del centro storico non la polveriera che è, ad esempio, Mestre Nord. Nei primi giorni però erano stati anche i sanitari del Civile a pagare un prezzo alto, soprattutto i componenti del Suem 118 tra i quali il contagio si stava diffondendo più facilmente. 
Tanto che le prime assunzioni deliberate dalla Regione Veneto e messe in atto dall’Ulss 3 Serenissima, avevano toccato proprio il Pronto soccorso di Venezia, in crisi soprattutto di personale in grado di guidare le idroambulanze in un servizio unico com’è quello della città insulare.
LA RIORGANIZZAZIONE Un’emergenza che ha causato una riorganizzazione interna al Santi Giovanni e Paolo, con il trasferimento anche del Suem. 
Per affrontare la crisi al Civile è stato rivoluzionato il Pronto Soccorso, negli spazi e nei percorsi. Ora, nell’emergenza ci sono tre diversi percorsi per i pazienti: uno per i pazienti sospetti (con i posti letto di Osservazione breve al quinto piano, se è necessario il ricovero in attesa di referto tampone); uno per i pazienti con patologie routinarie barellati (codici verdi, rossi, gialli); uno per i pazienti codici bianchi e verdi deambulanti. 
La nuova versione del Civile avrà anche una sua eredità a emergenza finita con il Pronto Soccorso che otterrà spazi quasi raddoppiati rispetto a prima grazie alla razionalizzazione e ottimizzazione degli spazi stessi.
Per l’emergenza, poi, si è chiuso completamente il padiglione Jona. È stato usato il week surgery per i ricoveri. Ora lì ci sono i ricoverati di Urologia e l’Ortopedia è tornata al primo piano, sua sede naturale. L’Oncologia è stata spostata al terzo piano e ritornerà al quinto piano con i suoi otto posti letto al termine dell’emergenza.
L’area materno infantile, pur nell’emergenza e nelle difficoltà note, ha visto in questo periodo dal primo giorno di emergenza ad oggi, 94 parti. 
Ultimo aggiornamento: 13:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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