Carne halal a scuola: «Non esiste il diritto ad avere un menù religioso»

Martedì 1 Ottobre 2019 di Raffaella Ianuale
Augusta Celada, direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale del Veneto
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«La gestione delle mense non è tra le nostre competenze, ma alcuni dirigenti scolastici di prima nomina ci hanno chiesto azioni di supporto. Precisiamo quindi che non esiste alcun diritto al tipo di macellazione della carne (che cos'è la carne halal) e non ci possono essere nelle scuole menù differenziati a seconda di ogni singola religione. La normativa prevede comunque sempre un menù alternativo alla carne, fatto di formaggio o legumi a seconda delle diete. Noi, come direzione regionale, lavoriamo sull'inclusione degli alunni stranieri e sull'integrazione didattica, mense e menù ricadono su enti locali e presidi».

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Augusta Celada, direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale del Veneto, non è coinvolta dal caso scoppiato alla scuola elementare Cesare Battisti di Mestre, che fa parte dell'istituto comprensivo Giulio Cesare, dove è emersa l'esigenza di una dieta religiosa richiesta da un gruppo di genitori originari del Bangladesh. Alla preside, durante una riunione, avevano espresso il desiderio che i loro figli potessero consumare la carne halal nella mensa scolastica. Una definizione che per un musulmano praticante identifica una procedura nell'uccisione dell'animale secondo i dettami del Corano.
 
IL PASTO DA CASA
Premesso che ogni scuola dovrà trovare la propria linea, la direttrice scolastica ricorda che, sul caso mense, grava quest'anno anche la possibilità di portare il pasto da casa ormai sdoganato da una sentenza favorevole. «I nuovi dirigenti scolastici ci chiedono come comportarsi di fronte alla gestione degli alunni che portano il pasto domestico e sulla possibilità di consumarlo assieme agli altri compagni di classe - prosegue il direttore della scuola veneta - la premessa, anche di fronte al problema mense scolastiche, è che non bisogna mai creare discriminazioni tra gli studenti. Se poi la scuola non dispone di spazi separati o di personale sufficiente è una questione che bisogna risolvere e sulla quale ogni dirigente scolastico dovrà prendere la propria linea. Noi, comunque, come uffici lavoriamo sull'integrazione didattica e scolastica degli studenti stranieri».

INTEGRAZIONE IN CLASSE
Parla quindi di un lavoro iniziato trent'anni fa e che vede L'Ufficio scolastico regionale del Veneto impegnato nell'accoglienza dei 91mila alunni con cittadinanza non italiana, che rappresentano il 13,2% degli iscritti che frequentano le scuole venete. I dati sono dello scorso anno scolastico, perché sono i più recenti finora disponibili, ma si discostano di poche unità da quelli attuali (vedi tabella). Un lavoro che si è evoluto nel tempo, perché ora la maggior parte degli studenti di origine straniera è nato qui. «Tra le nostre competenze - conclude Celada - c'è offrire supporti, anche linguistici, per i nuovi arrivati, ma ormai questi sono pochi. E i ragazzini che frequentano le nostre scuole sono nati in Italia e non hanno problemi con l'italiano». 

In Veneto la provincia con maggior presenza di alunni con cittadinanza non italiana è Verona, seguita da Treviso, Venezia e Padova. E questi studenti si concentrano ormai in egual misura tra asili, scuole elementari e medie, mentre diminuiscono alle superiori. I paesi di origine più rappresentati sono Moldavia (27,2%), Cina (14,2%), Marocco (11,8%), Romania (11,7%).

LE REAZIONI POLITICHE
Sul caso della richiesta della carne sulle mense scolastiche macellata secondo i dettami della religione musulmana, non si sono fatte attendere le reazioni politiche. «Cari genitori musulmani, se volete mangiare la carne halal lo fate nei vostri Paesi, dove è il Corano che determina la legge»: ha affidato ad un post su Facebook la sua posizione l'assessore veneto alle Attivista produttive Roberto Marcato, un commento che ha ottenuto 40mila visualizzazioni in due ore. «Nel Paese in cui vivete oggi - continua l'esponente leghista -, cioè l'Italia, e nella regione in cui vivete oggi, il Veneto, le leggi non le fa il Corano. In Italia si rispettano le norme delle istituzioni, non di un libro religioso».
Durissima anche la presa di posizione del capogruppo della lista Zaia presidente Silvia Rizzotto: «La notizia che in una scuola primaria a Mestre ci sarebbero dei genitori che per i figli pretenderebbero una mensa ad hoc è agghiacciante. Chi viene nel nostro Paese e vuole integrarsi, dovrebbe capire che questo è possibile prima di tutto rispettando le nostre di regole, non le proprie».
Raffaella Ianuale

Ultimo aggiornamento: 10:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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