L'epopea della Emmeci e dei fratelli Moretti, grandi imprenditori del vetro di Murano

Lunedì 1 Marzo 2021 di Alberto Toso Fei
Illustrazione di Matteo Bergamelli

Furono capaci di reinventare il design del vetro di Murano, intuendo per tempo le mutazioni del gusto e guidandole attraverso le esigenze del mercato, rinnovando processi produttivi divenuti farraginosi e immaginando continuamente strategie di comunicazione volte all'internazionalizzazione intelligente della produzione isolana; furono tra i primi a ipotizzare un marchio di salvaguardia per la vetraria muranese. I loro prodotti sono ancora ricercatissimi e il brand “MC” rimane fra i più noti nell'ambito dei collezionisti e degli appassionati.

Soprattutto, Carlo e Giovanni Moretti furono due muranesi che amarono profondamente la loro isola e la loro storia, che cercarono di rendere contemporanea in un mondo dinamico e veloce, rimanendo saldamente ancorati a una tradizione secolare.

D'altronde le vicende dei Moretti sono indissolubilmente legate alla rinascita ottocentesca e novecentesca dell'isola, dopo le sofferenze della dominazione asburgica: inizialmente con Vincenzo Moretti, dal 1866, e poi coi suoi figli e nipoti che nel 1927 fondano la “Moretti Ulderico & C”: tra loro vi è anche Germano Moretti, che dal matrimonio con Lina Camozzo avrà i figli Cesare (del 1932, chimico e storico della tecnologia del vetro, autore di diverse pubblicazioni), Carlo – nato il 26 settembre 1934 –, Andrea (del 1937, che rimase a lavorare nella vecchia “Ulderico Moretti”), Giovanni, nato il 30 settembre 1940, e Bruna, del 1944.

Fu il padre Germano, nel 1954, a gettare le basi della futura “Emmeci”, mentre il secondogenito Carlo – destinato a firmare negli anni successivi la maggior parte della produzione aziendale – studiava giurisprudenza. Quattro anni più tardi Carlo Moretti liquidò l'allora socio del padre (l'amico soffiatore Mario Rigoni) e rilevò l'azienda assieme al fratello Giovanni dando vita alla “Carlo Moretti”. Iniziò così una epopea fatta di collaborazioni con diversi designer (sull'onda di quanto era avvenuto nei decenni precedenti in altre aziende storiche con altri grandi artisti): come Helge Singer e Giulio De Leo, Gaetano Pesce e Milena Vettore, Alessandro Lenarda e Giampaolo Martinuzzi.

Tutto ciò comportò una nuova ricerca nella forma e nel colore che, unita a una serie di innovazioni nel trattamento della materia come l'acidatura e la satinatura, rinunciando alla tradizionale trasparenza del vetro di Murano, fece approdare la MC fino ai magazzini Bloomingdale's di New York con una prima serie di articoli. Fu l'inizio di una storia fortunata. Ma l'innovazione e la sperimentazione apportate da Carlo e Giovanni Moretti si spinse anche nell'organizzazione secolare della fornace, dove la “piazza”, l'unità minima produttiva piramidale formata in genere da tre addetti, diventò un sistema complesso e orchestrato, arrivando a includere anche una quindicina di elementi.

Con l'andare del tempo i due fratelli definirono sempre meglio i loro ruoli in azienda: Carlo si occupò prevalentemente della progettazione e della produzione, mentre Giovanni si orientò verso la comunicazione e le strategie di mercato; procedettero anche le rispettive vite private: Carlo sposò Bruna Mateotti e Giovanni portò all'altare Maria Roberta Rinaldi.

Gli anni Settanta segnarono la necessità di rilancio dell'intera produzione isolana, e i fratelli Moretti furono in primissima linea nella costituzione del Consorzio fra industriali VeneziaVetro, nel 1975, e nella creazione del marchio collettivo di tutela Vetri Murano, cinque anni più tardi, antesignano dell'attuale. Prima linea anche nel 1986 quando la prima necessaria esperienza di aprire un distaccamento del Museo Vetrario destinato al vetro contemporaneo rischiò di naufragare, dopo l'inaugurazione dell'anno precedente. La “Carlo Moretti”, con Venini e Barovier&Toso, rilevò gli spazi per adibirli a raccolta di pezzi d'eccellenza della produzione contemporanea. Se oggi il connubio tra vetro e design è assodato, e il Museo del Vetro mostra il meglio della produzione di ogni secolo, è anche grazie all'amore e all'attaccamento verso l'isola dei fratelli Moretti che proprio al Museo hanno voluto lasciare un segno donando cinquecento pezzi di loro proprietà. Un cuore grande, che alla fine tradì entrambi: Carlo Moretti fu colto da infarto nella sua casa di Venezia il 30 maggio 2008; Giovanni il 18 aprile 2014, mentre in automobile si recava a Treviso per una visita medica.

Ultimo aggiornamento: 16:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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