Carabiniere morto a Cuba, esposto in Procura i familiari vogliono una nuova autopsia

Mercoledì 31 Agosto 2022 di Gianluca Amadori
Germano Mancini

SCORZÈ (VENEZIA) - L'avvocato Guido Simonetti ha presentato un esposto in Procura per conto dei familiari del comandante della caserma dei carabinieri di Scorzè, Germano Mancini, 50 anni, deceduto lo scorso 21 agosto a L'Avana, dove si era recato in vacanza assieme ad un amico e alla moglie cubana di quest'ultimo. Il legale chiede una nuova autopsia, dopo quella eseguita a Cuba, secondo la quale a provocare la morte di Mancini è stata una «broncopolmonite da germe sconosciuto e danni multipli agli organi».


L'esposto sarà valutato nei prossimi giorni dal pm Giovanni Zorzi: un'indagine potrebbe essere avviata per accertare eventuali illeciti penali, ma al momento non pare vi siano ipotesi di questo tipo. Il legale insiste sulla necessità di accertamenti per verificare l'iniziale diagnosi di vaiolo delle scimmie in relazione al rischio che possano essere state contagiate altre persone entrate in contatto con Mancini prima della sua partenza e che, a loro volta, possano contagiare altre persone senza saperlo.


DOCUMENTAZIONE SANITARIA
Ieri l'ambasciata ha trasmesso ai familiari della vittima altri documenti sanitari che sembrano chiarire, almeno in parte la situazione: il test a cui Mancini è stato sottoposto dopo il ricovero in ospedale, il 19 agosto, ha attestato la sua positività al vaiolo delle scimmie (notizia resa nota dal ministero della Sanità), ma secondo il medico legale che ha eseguito l'autopsia non è stata questa la causa del decesso, tant'è che nella sua relazione non viene fatto riferimento a quel virus.

L'ambasciata italiana ha provveduto a ricostruire le poche giornate trascorse da Mancini a Cuba: una vacanza che il carabiniere aveva pianificato assieme ad un amico sposato con una donna cubana che teneva a mostrargli le bellezze del Paese. Dopo l'arrivo all'Avana, nel pomeriggio di Ferragosto, il cinquantenne ha preso alloggio in una casa particular di Guanabo, una della spiagge più belle della capitale per poi prendere un caffè con amici e andare a cena. Il giorno dopo Mancini lo ha trascorso tra playa Jibacoa, pranzo e visita ad altri amici: è verso sera che inizia a soffrire di mal di testa, ma crede che sia colpa dell'aria condizionata. Il giorno seguente gita al Parco Nazionale di Viñales, patrimonio dell'Unesco e durante il viaggio il sottufficiale vomita. La sera a Guanabo sembra stare un po' meglio e così la mattina del 18 agosto assieme agli amici parte per Santa Fe dove, perdurando il malessere, si ferma al Policlinico dove temono che si tratti di febbre dengue e gli fanno una flebo: è qui che la situazione precipita e i sanitari sono costretti ad intubarlo e a ricoverarlo in terapia intensiva. Seguono tre arresti cardiaci. All'ospedale parlano di vaiolo delle scimmie e isolano le persone che erano in sua compagnia. Dopo due giorni di cure senza risultato, Mancini si è spento.

Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 14:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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