SAN DONÀ - Un malore potrebbe essere stato fatale a un uomo di 53 anni scivolato nel fossato che costeggia il Sile, finendo con il volto dove l'acqua non supera i venti centimetri. La vittima è Gezim Muho, 53 anni, cittadino di origine albanese, ma residente a qualche centinaio di metri dal luogo della disgrazia, alle dipendenze del noto ristorante Vecio Piave. È successo a Caposile, di fronte alla Latteria di Soligo, nel territorio di San Donà.
L'ALLARME
Erano passate da poco le 15 quando è scattato l'allarme, lanciato da un automobilista di passaggio. Muho forse stava andando verso casa quando è successa la disgrazia; costeggiava la strada e il Sile, procedendo a piedi. Il conducente di una delle vetture che di frequente passano per quel tratto di strada, sempre molto trafficato, si era accorto che l'uomo stava procedendo con un fare poco rassicurante. Sembrava barcollasse e comunque aveva un modo di camminare non proprio regolare. Fino a quando lo ha visto cadere nel fossato che costeggia la strada lungo il Sile. Capito che qualcosa di grave era accaduto, l'automobilista ha chiamato i carabinieri per riferire quanto aveva appena visto; a quel punto sono scattati i soccorsi e sul posto, oltre alla pattuglia dell'Arma, sono giunti i vigili del fuoco del distaccamento di Jesolo, un'ambulanza del Suem 118 di San Donà e la Polizia Locale sandonatese (che ha, poi, formalmente preso in carico il caso).
Considerato quanto era stato raccontato dall'uomo che aveva dato l'allarme, temendo che la persona vista scivolare fosse caduta nel fiume, a Caposile sono arrivati anche i sommozzatori dal distaccamento di Mestre, nel caso si rendesse necessario scandagliare il Sile.
Accertato, dopo una prima ispezione cadaverica (oltre che dalla testimonianza dell'automobilista che ha dato l'allarme), che si è trattata di una disgrazia, rimane da capire se la morte sia sopraggiunta per il malore o se sia successiva e causata da sindrome d'annegamento. Muho era in Italia da qualche tempo e viveva da solo poco distante dal luogo della disgrazia. Da un paio d'anni lavorava al Vecio Piave, di via Caposile 22, ieri chiuso per turno di riposo (riapre giovedì), con la mansione di lavapiatti. Una persona che si era bene inserita e si faceva benvolere dai datori di lavoro e dai colleghi.