I nuovi brani di don Fabio, il “prete pop”: «In ogni chiesa si deve cantare»

Sabato 11 Marzo 2023 di Alvise Sperandio
Don Fabio Mattiuzzi, parroco del Sacro Cuore a Mestre, il "prete pop"

MESTREDi canzoni ne ha già scritte quasi duecento, e adesso ci riprova con nuovi canti per rendere più bella la messa. Don Fabio Mattiuzzi lancia “In te è la mia gioia”, dodici brani musicali per la liturgia e la preghiera. L’appuntamento è per domani, domenica, alle 17 al teatro Kolbe di via Aleardi dove il parroco del Sacro Cuore, a due passi dalla mega-chiesa in cemento armato a forma di tenda, ha organizzato un evento aperto al pubblico: sul palco, a intonare e suonare le canzoni con lui ci saranno Nicola Albano, gli amici Sara Lucca e Marco Rossetti e una decina di bambini che da qualche mese hanno imparato a suonare la chitarra. 
 

PASSIONE DA SEMPRE
«La musica è sempre stata una passione, come lo sport – racconta don Fabio, 53 anni –. Ho iniziato a comporre canzoni nel 2004, quando dovevo organizzare il Grest con l’associazione Noi. In parrocchia a Eraclea c’era una coppia di amici che aveva suonato con Francesco Baccini, così ideammo qualcosa insieme. Resta nella mia memoria il pomeriggio di un’Epifania quando ci trovammo a condividere note e testi, mentre la stufa a pellet bruciava e sgranocchiavamo bagigi. La musica, di qualsiasi genere, mi ristora e mi ricarica». Così, nel corso del tempo, sempre con l’aiuto di Albano sono nati 170 brani, moltissimi per i Grest, essendo stato il sacerdote a lungo a capo della Pastorale dei ragazzi, e fino a questi nuovi che sono una raccolta più religiosa rispetto agli altri. Ce ne sono di buoni per tutti i periodi dell’anno: l’Avvento in attesa di Natale, la Quaresima verso Pasqua, il tempo ordinario. C’è, poi, la “Laudato”, inno a San Francesco, e “Mamma Maria”, a cui don Fabio è molto affezionato. 
 

IL SOGNO DI UN CORO
«Oggi in chiesa si canta poco, o meglio cantano sempre gli stessi che non sono più giovani.

Purtroppo di bambini e ragazzi ne abbiamo sempre meno perché la frequentazione è diminuita per la crisi demografica, per la consistenza delle comunità straniere che hanno un altro credo. Il mio sogno è mettere in piedi un coro parrocchiale» riprende don Fabio, al Sacro Cuore dal 2020. Ha restaurato il teatro Kolbe la cui gestione è tornata in capo alla parrocchia che sta organizzando diversi eventi culturali con un buon seguito: «Il canto crea gioia, compagnia, amicizia. Chi, dell’età come la mia, non si ricorda una bella chitarrata attorno a un fuoco in spiaggia? Adesso è vietato». I nuovi brani, ritmi vivaci e musica orecchiabile, sono a disposizione di chi li volesse imparare. «Cantare in chiesa è un’espressione bella dell’amore per Dio. I tempi stanno cambiando, chissà magari un giorno arriverà un trapper cristiano o una canzone di chiesa andrà al festival di Sanremo…», scherza, ma neanche troppo, don Fabio che si emoziona: «Dare lode al Signore con la musica è qualcosa che mi scalda il cuore». Perché, insegna Sant’Agostino, cantare è pregare è due volte. 

Ultimo aggiornamento: 17:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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