Denunciato l'accusatore dei ladri di barche. «Ne ha fatte sparire tre»

Lunedì 29 Ottobre 2018 di Maurizio Dianese
Alcune barche ormeggiate lungo il canal Salso a Mestre
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In tivù aveva tuonato contro i ladri di barche. È stato denunciato per il furto di tre imbarcazioni. Parliamo di Claudio Griggio, presidente dell’associazione ambientale e culturale "Tera e aqua” il quale, nel giugno scorso, aveva lanciato l’allarme: «Occhio ai furti delle barche, soprattutto di quelle lasciate nelle darsene o lungo i canali». Un allarme condito di consigli su come cautelarsi contro i ladri. Adesso però è lui a dover dare qualche spiegazione ai proprietari di tre barche che erano state tirate a terra e si trovavano a Forte Marghera e che ad agosto sono sparite nel nulla.  
I proprietari avevano già perso le speranze – del resto lo stesso Griggio avvertiva che ci sono ben poche probabilità di trovare la refurtiva – quando è arrivata ad uno dei derubati la soffiata giusta. “Le barche sono a Santa Maria di Sala”, con tanto di indirizzo. La polizia viene avvertita e le barche ritrovate. A portarle lì è stato proprio Claudio Griggio il quale si difende dicendo che si tratta di un colossale equivoco: «Non si tratta di barche, ma di relitti. Erano abbandonate lì da un sacco di anni. Penso di aver fatto un’opera meritoria portandole via con l’idea di restaurarle e ridar loro nuova vita». Peccato che i proprietari non la pensino così e lo abbiano denunciato, «anche perchè – sostengono Mattia Scarpa e Renato Danieli – le tre barche in questione non erano affatto abbandonate e non erano relitti. Una era in perfetta forma, pronta da mettere in acqua e partire, le altre due erano da restaurare, ma non c’era molto lavoro da fare. In ogni caso c’erano le targhe e quindi di qualcuno dovevano pur essere, no?». In ogni caso, che abbiano ragione i proprietari o Griggio, fatto sta che Griggio è entrato a Forte Marghera – si suppone con un camion e una gru – le ha caricate e se l’è portate via. «Ma ero autorizzato. Non posso fare il nome, ma ero autorizzato dal responsabile. Le barche erano abbandonate in un luogo pubblico e, tra l’altro, noi come associazione stavamo aspettando il via libera del Comune per entrare in possesso proprio di quella zona».
Insomma, Claudio Griggio assicura che si è trattato di un colossale qui pro quo e,  a suo favore, depone il fatto che effettivamente non sarebbe stato facilissimo vendere quelle tre barche, molto particolari e d’epoca. Va detto che, oltre a queste imbarcazioni, sono state portate via anche una vela al terzo e alcuni remi che erano custoditi dentro il capannone, sempre a Forte Marghera, che doveva diventare il museo delle barche d’epoca. La porta del capannone è stata scassinata e la roba è sparita. In questo caso Griggio non c’entra, anche se parte di quella refurtiva è pur vero che è stata trovata dentro una delle barche rubate e portate in un rimessaggio a Santa Maria di Sala.
Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 12:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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