Campello motors, l'amministratore accusato di frode fiscale

Mercoledì 19 Maggio 2021 di Gianluca Amadori
Andrea Campello
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MESTRE - A processo con l'accusa di aver realizzato una maxi frode carosello con l'obiettivo di evadere il Fisco. Andrea Campello, 56 anni, di Mestre, amministratore dell'omonima concessionaria di automobili, tra le più importanti e conosciute della provincia, è stato chiamato a comparire di fronte al Tribunale penale di Venezia assieme ad Alessandro Barcellini, 46 anni di Biella e alla portoghese Sonia Maria Nobrega Santos, 43 anni, in relazione ad un giro di fatture che la Procura ritiene siano state emesse a fronte di attività inesistenti, per un ammontare complessivo di oltre 17 milioni di euro tra il 2011 e il 2013.

Ieri, di fronte al giudice Claudia Ardita, è stato ascoltato il primo testimone; quindi l'udienza è stata rinviata al prossimo 5 novembre.


FALSE FATTURE
La sostituto procuratore Laura Cameli contesta ad Andrea Campello, in qualità di legale rappresentante della Campello motors spa, di aver utilizzato a bilancio, per aumentare gli elementi passivi, fatture emesse dalle società Jetset, Ivrea fuoristradasrl, Ferrara auto, Race motors, Spada srl e Ab motors srl a fronte di operazioni inesistenti, per un totale di Iva asseritamente evasa superiore ai 3 milioni di euro. Barcellini e Nobrega vengono chiamati in causa in qualità di amministratori della Lucronomico Comercio de Automoveis, società estera con sede di fatto a Tessera, nei locali della Campello, accusati di aver emesso numerose delle fatture false al fine di consentire l'evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto alla società Campello Motors spa.
L'indagine penale è stata avviata a seguito di una verifica fiscale avviata nel 2013 dall'Agenzia delle entrate, secondo la quale Campello Motors avrebbe indebitamente utilizzato la società estera di Barcellini e Nobrega per ottenere sconti fiscali non dovuti. Le auto estere, invece di essere acquistate direttamente da Campello, venivano acquistate da Lucronomico in regime di esenzione e poi girate a Campello, evitando così di pagare l'Iva.


LA DIFESA
La difesa, rappresentata dagli avvocati Marco Benzoni e Michele Tiengo, ha scelto il dibattimento per dimostrare la tutale estraneità degli imputati rispetto alle accuse formulate dalla Procura.
Campello, in particolare, è certo di poter provare la propria innocenza e buona fede, ovvero di aver acquistato auto a prezzi di mercato, avvalendosi di due broker, e di aver fatto le necessarie denunce. Se a loro volta i fornitori non hanno presentato le necessarie denunce dei redditi, ciò non può essere imputato all'acquirente. La difesa ha dalla sua parte anche il fattore tempo e il reato potrebbe prescriversi prima della sentenza.
 

Ultimo aggiornamento: 18:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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