Camerieri veneti, fioccano le richieste per un posto a Londra e Dubai

Mercoledì 15 Settembre 2021 di R.V.
Alberto Michieli durante l'allestimento del ristorante Londra
5

FOSSO' - Iniziano a fioccare le domande di lavoro per un posto da cameriere nel ristorante londinese di Alberto Michieli, il manager che cerca dipendenti veneti perché, dice, lavorano meglio di tutti. «Ho già ricevuto mail e curriculum - dice - e li vedrò appena posso». Prevalentemente veneti si, ma non solo. 
La sua offerta, lanciata tramite Il Gazzettino, ha fatto il giro dei social e dei mezzi di comunicazione nello spazio di poche ore. Lo hanno cercato in tanti, agenzie di stampa, quotidiani, programmi vari. Lui, come tutti i manager, è super impegnato. 
A Londra ha bisogno subito di almeno 300 persone, ma in futuro gliene serviranno più di mille. Nel Regno Unito lo stipendio medio è di circa 15 euro all'ora, ma i benefici sono tanti, specialmente a Dubai dove mettono a disposizione anche i mezzi per spostarsi.
Michieli ha spiccato il volo verso l'estero.

Venezia l'ha lanciato, poi si è fatto da solo, nonostante la famiglia avesse le possibilità di garantirgli una carriera, che però «Non faceva per me, io sono uno che sta in mezzo alla gente».


RICORDI

«A Dubai due persone mi hanno incontrato, le avevo ospitate quando lavoravo ai Caraibi e si sono ricordate di me». Un po' il saper fare, un po' l'eleganza del giacca&cravatta, ma anche l'aspetto fisico: «Dicono che somigli a Johnny Depp, ma da giovane a Londra ero come Beckham, poi Orlando Bloom, mah, ne ho sentite tante». Sta di fatto che è nato lo stesso giorno del celebre attore: «Allora sarò semmai l'evoluzione di Johnny Depp», scherza. «Lavoro per un gruppo in cui il capo ha 30 anni, ha un sacco di idee. Vogliamo replicare le positive esperienze di Dubai, quindi avendo avuto tanto, ora voglio dare opportunità anche io al mio territorio. Ma senza preclusioni, perché in gruppo ci sono 45 nazionalità. Come azienda promuoviamo tutto, io penso che dal nostro Paese abbiano una marcia in più, poi non è giusto fare di tutta l'erba un fascio». Dopo l'appello lanciato ieri da Il Gazzettino i curricola sono piovuti: «Tra un meeting e l'altro non ho ancora contato tutti quelli che sono arrivati, oggi pomeriggio (ieri, ndr) erano una quindicina. Dobbiamo aprire un gioiello a Mayfair, in centro a Londra, ma stiamo pensando a Mosca, New York. Abbiamo un modello, globale, cioè quello di Dubai che può esser replicato ovunque, non stiamo mica parlando di un'osteria bea figa». Ironia, semplicità e volare basso, Micheli parla chiaro. «Alla fine siamo tutti servi, io non è che chiami l'addetta alle pulizie se vedo che c'è una carta per terra, la raccolgo e basta». 


TALENTI

E proprio questa chiave è quella che ricerca nei futuri talenti. Trecento, mille, non importa, l'importante è che siano belle persone, perché le possibilità future non mancano: «I curricola servono fino a un certo punto, poi io voglio incontrare le persone, capire chi sono, poi è il contatto a pelle che fa capire se davanti c'è una persona di fiducia o no. Puoi aver lavorato dove vuoi, da Gordon Ramsey o altro, ma se non sei genuino, allora non va bene. Le skill, cioè le capacità, te le insegno io, ti formo dalla A alla Z, in base alla posizione». Per chi vuole cambiare vita, le possibilità e le comodità non mancano: «Magari a Londra si può guadagnare anche di più rispetto a Dubai, ma senza tenere in conto i benefit. A Dubai offriamo appartamenti spettacolari, assicurazione, si mangia in ristorante mattina, mezzogiorno e sera, il trasporto da casa al lavoro è con vettori dedicati privati. Non a caso il nostro staff lì non vuole spostarsi». Il personaggio Michieli è questo.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci