«A Venezia tra 70 anni il mare si sarà innalzato di 1 metro». E il Mose servirà ancora a qualcosa?

Cambiamenti climatici, la previsione del docente universitario di Economia ambientale Carlo Giupponi su quello che succederà nella laguna veneta

Lunedì 24 Aprile 2023
A Venezia tra 70 anni il mare si sarà innalzato di 1 metro

VENEZIA - Cambiamenti climatici e modifiche all'ecosistema lagunare sono stati al centro del dibattito che si è tenuto venerdì sera alla sede di San Giorgio della Compagnia della Vela. Da una decina d'anni il circolo velico lagunare e la libreria "Mare di carta" di Cristina Giussani organizzano infatti una serie di momenti culturali sul tema dell'andar per mare.

Un modo per tenere alto il tema della cultura marina anche quando l'attività sportiva si ferma, necessariamente, come durante il periodo invernale.

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Cambiamenti climatici


L'altro giorno nella sede nautica una quarantina di persone si sono confrontate con l'autore del libro "Venezia e i cambiamenti climatici" Carlo Giupponi. Il docente di Economia ambientale si occupa di ambiente e sostenibilità dal punto di vista economico ed è stato protagonista di un lungo scambio di opinioni con il pubblico. Assieme al vicepresidente della Compagnia Lamberto Dehò e sollecitato da Giussani, lo scrittore ha previsto che fra una settantina d'anni l'innalzamento del mare si attesterà sul 30-40 per cento, quindi circa di un metro. Valori che stridono con le difese previste dal Mose, che sconta così i trent'anni dal suo progetto alla sua realizzazione. Un periodo in cui tra gli scandali e l'attualità, alla fine si è però giunti a un modulo in grado di difendere la laguna dalle acque grandi.


Il Mose servirà ancora?


L'opera consentirà di prender tempo per pianificare il futuro, un lasso temporale in cui progettare un sistema in grado di arginare lo strapotere della natura, difendendo, ancora una volta, la città. Durante il dibattito sono emerse anche variabili come l'incremento della frequenza di venti forti in laguna, fattori che secondo Giupponi sono riconducibili ai cambiamenti climatici.

«È stata una serata interessante, il docente è un uomo illuminato, vede il futuro in maniera obiettiva e per questo abbiamo scelto di avere un confronto più lungo del solito con il pubblico presente», ha commentato Giussani. Alla fine del dibattito, ciò che è emerso con evidenza è che il futuro non appare del tutto roseo, ma confidando nelle scelte dell'uomo c'è ancora possibilità di salvare la città e il suo tessuto sociale, culturale ed economico.

Ultimo aggiornamento: 17:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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