VENEZIA - Tra un'ottantina d'anni a Venezia l'acqua alta sarà una costante.
ZONE A RISCHIO
«Nel Mediterraneo, già nella prima fase del progetto, abbiamo individuate 163 pianure costiere che rischiano di scomparire per l'aumento del livello del mare - ha avvertito Anzidei - Hanno una superficie pari a circa 5 milioni e mezzo di campi di calcio! E le più estese sono il delta del Nido e l'Alto Adriatico». Qui Savemedcoasts-2 ha scelto ora Venezia come uno dei casi studio da approfondire. Ed ecco questa due giorni, iniziata a Palazzo Cavalli Franchetti, con una serie di incontri prima con un gruppo di stakeholder poi di insegnanti. Punto di partenza i dati scientifici sull'innalzamento del livello del mare. «Elaboriamo i dati climatici dell'Ipcc, applicandoli al Mediterraneo - ha spiegato Anzidei sommando il valore della subsidenza locale, valutata al millimetro grazie alla topografia area. In questo modo realizziamo delle proiezioni dell'innalzamento del livello marino fino al 2100 per le diverse zone, con delle mappe che illustrano il progressivo allagamento delle coste». Insomma un sguardo scientifico sul futuro delle coste a rischio.
LE MAPPE DEL FUTURO
E i dati veneziani fanno riflettere. «Qui si sommano tre fattori: oltre all'innalzamento globale del livello del mare, ci sono le maree e la subsidenza» ha ricordato il ricercatore. Il risultato calcolato per fine secolo varia, appunto, dai 31-42 centimetri dello scenario migliore ai 72-84 di quello peggiore. A colpire di più sono le mappe presentate ieri. I ricercatori di Savemedcoasts-2 hanno identificato 21 zone della laguna per le loro proiezioni nel 2100. In quella di Venezia insulare gli allagamenti sono diffusissimi: non solo Piazza San Marco, ma tante altre direttrici della vita cittadina sono sommerse. «Con un'ottantina di centimetri di innalzamento del livello del mare, San Marco allagata diventerebbe la condizione permanente» ha ribadito Anzidei. Immagini forti per sensibilizzare l'opinione pubblica, stimolare la discussione, immaginare soluzioni di adattamento possibile. Perché il senso ultimo del progetto è proprio questo. «Trasferire alla popolazione le informazioni per aiutare la consapevolezza delle comunità costiere. Puntando su scuole e giovani» ha concluso il ricercatore. Un'occasione di riflessione per lo stesso Comune, impegnato proprio in questi mesi in un'analisi del rischio climatico con relativo piano d'azione. Sarà pronto all'inizio del prossimo anno.
FUTURI DA COSTRUIRE
Oggi intanto Savemedcoasts-2 si sposta a scuola. Un'esigenza emersa anche dagli incontri di ieri, quella di puntare sulla formazione dei giovani. L'appuntamento è con gli studenti della media Morosini, che saranno impegnati in serious games, discussioni e riflessioni sull'innalzamento del livello del mare, il cedimento del suolo, le cause, le conseguenze, le proiezioni future. Un approccio divertente per temi serissimi.