Il calzolaio Aronne chiude bottega: «Magari qualcuno volesse subentrare»

Venerdì 9 Dicembre 2022 di Marta Gasparon
Chiude il calzolaio Aronne

VENEZIA - Il suo piccolo laboratorio La clinica della scarpa si trova in calle de le Do Spade, poco distante dalla Pescheria di Rialto, e in città lo conoscono in molti. Veneziani, turisti che necessitano di una riparazione veloce o lavoratori che approfittano per farci un salto prima di entrare in ufficio: al calzolaio Nerone Francesco Pagano anche se tutti lo chiamano Aronne, in ricordo di quel nome che la madre avrebbe voluto dargli la clientela non manca, nonostante il calo dei residenti.

Tuttavia il mezzo secolo di vita dedicato ad un'attività che gli ha permesso di tessere relazioni preziose, comincia a farsi sentire, insieme ai problemi di salute che lo affliggono da qualche tempo. Abbassare la serranda di quello spazio che ha in affitto dai primi anni Novanta (il primo laboratorio l'ha gestito invece a Marghera), molto presto diventerà una scelta inevitabile, a meno che qualcuno non decida di prendere in mano il testimone che Aronne vorrebbe passare.

LA CARRIERA
«Sono disposto anche ad affiancarlo per un certo periodo dice il calzolaio 70enne, nato a Mestre ma residente a Marghera trasmettendogli tutta l'esperienza accumulata». Questo, oggi, il suo auspicio più grande, mentre tornano alla mente i lunghi anni dedicati ad un lavoro iniziato creando scarpe dal nulla («ma erano troppo costose»), a cui oggi s'aggiungono anche piccole riparazioni a borse ed abiti. «Con il cuoio meno, ma con la gomma si lavora ancora molto prosegue I primi rudimenti? Li ho imparati andando da un conoscente che faceva questo mestiere. Ho poi frequentato alcuni corsi e per un paio d'anni sono stato in un atelier veneziano dove realizzavano solo calzature su misura». Da ragazzo, Aronne mai avrebbe immaginato che fare il calzolaio sarebbe diventato il suo destino. L'unica cosa di cui era certo è che avrebbe voluto mettere in piedi un'attività indipendente. Così, dopo aver tentato invano di avviare una cooperativa per le pulizie, tutto ha avuto inizio. Fino ad oggi. «Sono arrivato a Venezia nel momento in cui mi è giunta voce che stava per chiudere un calzolaio a Rialto ricorda l'uomo Tra l'altro, proprio in quella zona, vent'anni prima avevo acquistato i primi macchinari: è curioso che a distanza di qualche tempo il destino mi abbia riportato lì vicino. Una volta in città, da subito ho instaurato un rapporto familiare con le persone che incontravo, è la mia indole. Ho cominciato anche ad affiggere all'esterno della bottega delle massime e delle mie poesie e le persone, in cambio, mi dimostravano affetto».

INDOLE SOCIEVOLE
Il desiderio di tessere relazioni, è confermato da quel io ti amo scritto sul grembiule da lavoro che indossa, dedicato a tutti coloro che incontra. O a quel campanon che disegnava fuori dal negozio per i bimbi dei clienti e della zona. L'anima di Aronne che in passato aveva tentato anche di trovare un apposito spazio, a Marghera, per i giovani tossicodipendenti, per cercare di insegnare loro l'arte del suo mestiere è tutta da scoprire. «Di calzolai, a Venezia, ce ne saranno ormai 4 o 5. E un paio hanno aperto proprio recentemente», continua, consapevole di come la città di oggi sia profondamente cambiata da quando i vicini lo chiamavano, calandogli dal secondo piano un piatto caldo per il pranzo, o da quando la signora di fronte si sedeva in calle a lavorare all'uncinetto. «Prima di chiudere vorrei mettere da parte ancora qualche soldo (i poco più di 600 euro di pensione sono poca cosa), dopodiché dedicarmi alle mie passioni: scrivere, leggere, andare per musei e portare in giro con il camper, per farla conoscere, la naturopatia».
 

Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 11:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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