Cartelli fuori dalle fabbriche, il calzaturiero riparte e cerca lavoratori specializzati

Domenica 30 Gennaio 2022 di Vittorino Compagno
Cartelli fuori dalle fabbriche, il calzaturiero riparte e cerca lavoratori specializzati

RIVIERA DEL BRENTA - Riappaiono fuori dalle fabbriche di scarpe della Riviera del Brenta i cartelli con la dicitura cercasi personale. Servono maestranze e operai specializzati, ma non se ne trovano. Quello che mancano in particolare sono gli addetti al taglio pellami e all'orlatura, ossia figure professionali che non si improvvisano.
Le offerte di lavoro riguardano anche operai che hanno dimestichezza nel reparto manovia, ossia nel montaggio e nella rifinitura della scarpa.

Alcune aziende sono disposte a contendersi la manovalanza specializzata a suon di migliaia di euro.


INVERSIONE DI ROTTA

Complice anche la comparsa del Covid, le delocalizzazioni del comparto calzaturiero rivierasco verso paesi stranieri stanno incontrando nuove riformulazioni produttive. Quello che solo un anno fa i sindacati del settore temevano, ossia uno spostamento quasi generale delle imprese verso paesi dove il costo del lavoro è minore, non è avvenuto. Ora serve appunto personale.
«Il lavoro è aumentato rispetto all'anno scorso, ma non c'è manodopera - conferma Roberto Barina, esperto manager del calzaturificio Chanel/Ballin di Fiesso d'Artico - Mancano operai che abbiano alle spalle una specifica specializzazione nel settore. Ed ecco perché le aziende importanti e più facoltose sono disposte a contendersi la manovalanza a suon di migliaia di euro. Il mestiere nell'ambiente calzaturiero non è però una attività che ci si inventa al momento. Anche i dati anagrafici sono cambiati. Rispetto a 40 anni fa le nascite hanno infatti subito un calo del 50%. L'impiego in fabbrica non attrae i giovani e purtroppo nessuna azienda pare disposta a insegnare il lavoro. C'è persino contesa per accaparrarsi anche un pensionando specializzato e ancora disponibile sul mercato del lavoro. La politica e le amministrazioni pubbliche non hanno inoltre dato una mano. Mancano le scuole professionali e la formazione del settore richieste a più riprese dall'Acrib e dal Politecnico calzaturiero rivierasco. Se non investiamo sulla crescita di manodopera sarà un grosso problema per tutti».


TANTI VUOTI

«La carenza di manodopera specializzata è un fenomeno sempre più diffuso nel manifatturiero. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una progressiva fuoriuscita di maestranze senza un adeguato ricambio generazionale - dice il presidente di Acrib, Gilberto Ballin - Il nostro distretto, da sempre impegnato nella formazione delle professionalità del settore, dovrà ancor di più porre attenzione a tale esigenza facendo leva sull'attività del Politecnico Calzaturiero».
Ed è al futuro che serve guardare adesso: «Questa scuola, che ha posto le basi per l'approdo delle grandi firme nel nostro territorio, oggi deve rispondere alla necessità di avvicinare i ragazzi alla tradizione calzaturiera convincendoli a raccogliere il testimone di chi li ha preceduti - continua Gilberto Ballin - Anche le aziende della Riviera del Brenta devono attivarsi per poter favorire il ricambio generazionale delle maestranze. I giovani saranno i protagonisti della transizione digitale delle nostre imprese e guideranno percorsi di innovazione orientati alla sostenibilità di prodotto e processo».
 

Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 09:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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