Perdono e insultano l'arbitro su Instagram: 4 under 15 squalificati 6 mesi

Venerdì 12 Aprile 2019 di Marco De Lazzari
Aggressione "social" all'arbitro di un match di Under 15 nel campionato provinciale di Venezia
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SCORZE' - Sconfitti 2-1 sul campo si fanno giustizia rintracciando l’arbitro su Instagram per insultarlo pesantemente. Una ennesima “aggressione social” costata cara a quattro Giovanissimi Under 15 dello Sporting Scorzè Peseggia, squalificati per complessivi sei mesi per il comportamento tenuto in rete dopo la partita del campionato provinciale di Venezia di domenica scorsa in casa del Borgo San Giovanni Aics. 
“Dai documenti ufficiali agli atti – la ricostruzione del giudice sportivo – quattro giocatori dello Scorzè Peseggia rintracciavano l’arbitro (dell’Aia di Chioggia, ndr) sul social network “Instagram”, iniziando a seguire il suo profilo e contattandolo al telefono insultandolo pesantemente. Un giocatore in particolare tentava di contattarlo con messaggio e, non ottenendo l’autorizzazione dall’arbitro a tale contatto, commentava una foto pubblicata sul suo profilo utilizzando un linguaggio indecoroso”.
Quest’ultimo Under 15 è stato così squalificato per tre mesi “per avere usato il social network in modo offensivo, oltre alla telefonata”, gli altri tre compagni invece tutti per un mese “per le pesanti offese al telefono”.
«Siamo davvero molto rammaricati per la condotta dei nostri tesserati – spiega il dirigente scorzetano Riccardo Biancato – Per la trasferta del 7 aprile avevamo organizzato un pullman, al ritorno i genitori erano seduti davanti e i ragazzi nel retro, evidentemente “di gruppo” hanno messo in atto una goliardata che tale non è e che, siccome un simile comportamento non appartiene alla nostra società, avrà conseguenze per tutta la squadra e non solo per gli autori materiali già squalificati».
«Un episodio senza avvisaglia alcuna da parte di ragazzi corretti, infatti abbiamo appreso il fatto solo dal comunicato del giudice sportivo – prosegue Biancato – I social sono molto pericolosi e i ragazzi non si rendono conto di come ciò che scrivono offendendo resti e lascia traccia. Pagheranno in prima persona precludendosi per un po’ lo sport che amano, noi cercheremo di farglielo capire organizzando incontri educativi con loro e i genitori, li faremo arbitrare partite delle giovanili o pulire gli spogliatoi. E non faremo nessun ricorso, ci siamo scusati col Borgo San Giovanni e naturalmente lo faremo con l’arbitro».
In piena sintonia Dino Brusaferro, delegato della Delegazione dilettantistica di Venezia. «Anche se non può essere colpa loro, tutte le società devono prestare molta attenzione, meglio raccomandarsi più volte affinché tutto resti circoscritto al campo di gioco senza mai entrare nella vita privata. Una bravata grave, oggi con internet è come irrompere in casa di qualcuno, non potevamo esimerci dal sanzionare, se vogliamo insegnare è giusto farlo anche attraverso provvedimenti punitivi». 
Ultimo aggiornamento: 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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