Presi i vandali del ponte di Calatrava, sul telefono le immagini delle scritte

Mercoledì 12 Febbraio 2020 di Davide Tamiello
I graffiti trovati sul ponte di Calatrava di Venezia
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VENEZIA - La vernice, per loro, non era sufficiente. La firma della loro opera sui pannelli in vetro del ponte della Costituzione (Calatrava) doveva essere permanente. E così, vuotati e pennarelli d’inchiostro, li avevano riempiti di acido fluoridrico: in questo modo erano riusciti a imprimere un’impronta indelebile. La polizia ferroviaria del compartimento Emilia Romagna, li ha scoperti quasi per caso, nel corso di un’indagine più ad ampio raggio per danneggiamenti alle stazioni e ai treni nel Ferrarese: nei guai sono finiti un 33enne milanese ma residente appunto a Ferrara, e la compagna di 38 anni, anche lei lombarda d’origine ma residente in Emilia. 
L’INDAGINE
La polizia gli stava addosso da quest’estate, dopo gli episodi di imbrattamenti e danneggiamenti avvenuti nelle stazioni di Portomaggiore e Consandolo (appunto in provincia di Ferrara). Le indagini avevano portato a stringere il cerchio attorno al giovane, componente di una nota “crew” (come si definiscono in gergo le compagnie di writer) di Milano, molto attiva tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. 
La procura di Ferrara, a quel punto, ha dato il via libera a perquisire la sua abitazione: a casa del 33enne gli agenti hanno trovato decine di bombolette spray di vari colori, sostanze acide, materiali per il dosaggio e il confezionamento degli acidi, un martelletto frangi-vetro in dotazione alle carrozze ferroviarie, una tronchese e altri oggetti per tagliare lucchetti o recinzioni. 
Gli episodi contestati non riguardano solamente i treni, ma anche le sale d’aspetto delle stazioni. Oltre al Ferrarese, si sospetta che il giovane, aiutato dalla compagna, abbia colpito anche in provincia di Mantova.
LE FOTO
Ma il sequestro di polizia giudiziaria ha dato agli investigatori anche materiale inatteso su cui lavorare. Tra le foto di un cellulare, infatti, c’erano anche i danneggiamenti effettuati a Venezia. Il ponte di Calatrava, cioè, sfregiato da un “tag” (la firma del writer) impresso con l’acido.

Motivo per cui gli investigatori, ora, anche con l’aiuto dei colleghi in laguna, stanno cercando ulteriori elementi utili all’inchiesta.

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