Venezia. Caffè in panificio, i baristi minacciano il boicottaggio. L'assessore Costalonga: «Tiriamo dritti, i fornai i più colpiti dai rincari»

Giovedì 6 Aprile 2023 di Raffaella Vittadello
Caffè in panificio, i baristi minacciano il boicottaggio. L'assessore Costalonga: «Tiriamo dritti, i fornai i più colpiti dai rincari»

VENEZIA - «La possibilità di mettere a disposizione dei clienti, all'interno delle attività di panificazione, un distributore automatico di bevande per il consumo esclusivamente sul posto, è già prevista da una legge regionale. A Mestre ci sono locali che già si sono organizzati in questo modo da almeno un paio di anni.

A Venezia era un servizio che non c'era ancora per cui sono rimasto basito dalla polemica innescata dall'annuncio di questa proposta per il centro storico».

Sebastiano Costalonga, assessore comunale alle Attività produttive, replica così alla polemica innescata all'Associazione pubblici esercizi, che non vede di buon occhio l'installazione di distributori self service di caffè nei panifici e che ha addirittura minacciato di boicottare l'acquisto di pane artigianale "veneziano" nei bar e nei ristoranti affiliati all'associazione. Una forma di protesta contro questa possibilità estesa al centro storico.

Assessore, come si fa a conciliare le diverse esigenze?

«C'è poco da conciliare. Si tratta di un servizio completamente diverso da quello offerto dal bar: chi si serve dal distributore self service lo fa perché ha fretta, non gli interessa avere il servizio al bancone o al tavolo. Un servizio che è fatto anche dalle capacità relazionali di chi ti serve, che ti racconta qualcosa di sè o ti chiede qualcosa di te. Ci sono abitudini diverse dei clienti che possono essere assecondate, e se si può aiutare una categoria ben venga, non credo che 19 attività di distribuzione self service a Venezia centro, su una platea di 4000 esercizi pubblici, tolgano sensibilmente fatturato a qualcuno. Anzi, quelle installate sono macchinette di ottima qualità e molto costose, spero che i titolari riescano ad ammortizzare i costi».

L'Aepe sostiene che ciascuno debba rimanere nel proprio settore.

«È un discorso giusto. Per questo motivo avvieremo dei controlli puntuali anche sulle caffetterie aperte all'interno delle librerie. Mi arrivano segnalazioni da più parti che alcuni non si limiterebbero a vendere solo prodotti di caffetteria, ma che servano anche alcolici e altri alimenti. Ciascuno deve rimanere nel proprio settore. Se poi parliamo di aiuti alle categorie, mi pare che i pubblici esercizi ne abbiano già avuti, con la rivoluzione dei pianini e le concessioni dei plateatici, fino alla riduzione della Tari».

Eppure l'Aepe minaccia il boicottaggio del pane locale

«Mi dispiace, noi tiriamo dritti per la nostra strada, perché la legge ci permette di farlo. E sarebbe una mossa controproducente ostacolarci. Stiamo cercando di studiare un sistema che premi e incentivi chi utilizza i prodotti della tradizione locale. Con l'obiettivo di studiare un marchio che tuteli la città da poter apporre in vetrina, in un approccio sistemico. Venezia sta in piedi solo se tutti remano dalla stessa parte. In questo momento stiamo aiutando i panificatori artigianali. Sarebbe bello che tutti potessero servire pane prodotto a Venezia. I panificatori hanno risentito in particolare della crisi legata al mercato dell'energia, che su di loro ha pesato più che su altri».

Come se ne esce?

«Insieme a Ca' Foscari vogliamo promuovere l'innovazione, per far in modo che le tecnologie possano aiutare i processi produttivi a diventare economicamente più vantaggiosi, in modo da risparmiare sui costi. Nello stesso tempo caldeggiamo una normativa nazionale che faciliti la vita nelle isole, come previsto dalla recente modifica dell'articolo 119 della Costituzione».

Tradotto in termini concreti?

«Bisogna promuovere una legislazione con sgravi e incentivi, a livello nazionale, per chi continua a lavorare in centro storico, dove i costi della vita sono più alti. Questo è un aiuto concreto per chi vive in zone considerate scomode e disagiate. Penso ai tanti pendolari da e verso la terraferma, non solo agli artigiani, come i panificatori, che devono fare il viaggio nel cuore della notte, ma anche a quelli che operano in settori come la sanità, la scuola, la giustizia o le grandi aziende che hanno spostato la sede in terraferma. E per chi può essere produttivo grazie alle tecnologie, implementare lo smart working, sia per le persone che sono costrette a spostarsi da Venezia per raggiungere la terraferma, sia per attrarre le grandi aziende a far lavorare da remoto i propri dipendenti, nel centro storico della città e nelle isole».

I prossimi obiettivi quali saranno?

«Sto pensando ai pescatori. A Burano si stanno organizzando con il pesca turismo, a Pellestrina bisogna lavorarci. Oltre alla riorganizzazione del mercato del pesce, mi piacerebbe che il pesce locale fosse valorizzato meglio nei ristoranti, sempre nell'ottica della qualità che può offrire Venezia. Abbiamo delle risorse importanti, che possono essere promosse in modo molto più incisivo».
 

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 12:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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