Bus a idrogeno, il futuro che (non c'è): «Il Comune ne compra 90, ma manca il rifornimento»

Venezia, il Comune ne compra 90 e deve renderne operativi una ventina per il 2023

Sabato 7 Maggio 2022 di Elisio Trevisan
Bus a idrogeno, il futuro che (non c'è): «Il Comune ne compra 90, ma manca il rifornimento»

MESTRE - Il Comune di Venezia compra 90 bus a idrogeno, e siccome utilizza i soldi europei del Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) dovrà averli in casa e renderli operativi entro il 2026, ma già entro la fine del 2023 almeno una ventina dovranno essere in servizio per il trasporto pubblico nella terraferma mestrina. Il problema è che questi bus totalmente ecologici, a emissioni zero, non si sa come rifornirli dell'idrogeno necessario a far funzionare le batterie e quindi a farli marciare. «È un problema nazionale perché chiunque abbia fatto questa scelta ha a che fare con le difficoltà tecniche di realizzare punti di rifornimento e con quelle burocratiche dato che non esistono ancora norme precise», afferma l'assessore alla Mobilità Renato Boraso che sta girando il Paese, assieme ai tecnici di Avm/Actv, la società comunale del trasporto pubblico, per capire cosa accade altrove. «I vertici di Avm sono andati, ad esempio, a vedere la stazione di rifornimento di Bolzano, Comune che ha 5 bus a idrogeno in esercizio.

Hanno un carro bombolaio (un camion che trasporta bombole di gas compresso): vanno ogni volta a Modena a riempire le bombole di idrogeno con le quali, poi, riempiono la stazione e riforniscono i 5 bus. Noi che ne avremo 90 quanti carri bombolai dovremo spostare? E quanto sicuri sono?».


LA SICUREZZA
Il problema dell'idrogeno, infatti, è che è molto leggero e per entrare nelle bombole (sia del carro bombolaio sia dei bus) deve essere compresso a 350 bar e raffreddato. «Ci dicono che il futuro è l'idrogeno ma bisogna anche che ci spieghino come realizzare le infrastrutture per ospitare l'idrogeno - continua l'assessore - e i tempi purtroppo sono stretti». Il Comune di Venezia riceverà quasi 88 milioni di euro, che sono una parte del miliardo e 600 milioni che il Governo ha stanziato per le grandi città: Actv utilizzerà i soldi per acquistare 33 bus elettrici da 12 metri, 82 ad idrogeno da 12 metri e 8 a idrogeno da 18 metri, oltre a 40 colonnine di ricarica in deposito e a un distributore di idrogeno in grado di rifornire 8 mezzi per volta.


LA SCELTA
La scelta di acquistare per la maggior parte bus a idrogeno, mentre nell'isola del Lido di Venezia dall'anno scorso il Comune ha posizionato esclusivamente bus elettrici, deriva dal fatto che in terraferma gli autobus elettrici non riuscirebbero a gestire tutto il servizio per problemi di autonomia: i tempi di rifornimento sarebbero di almeno 1-2 ore, inoltre i mezzi a idrogeno hanno un quarto di batterie rispetto a quelli elettrici e questo significa una convenienza economica anche quando si tratterà di sostituirle dopo 6-7 anni di utilizzo. Il problema, dunque, rimane quello del rifornimento. A Mestre, nella zona di San Giuliano vicino al grande parco in riva alla laguna, l'Eni ha da poco realizzato un distributore di carburanti anche per l'idrogeno e, appena ottenute tutte le autorizzazioni, lo aprirà e potrà servire pure i bus del trasporto pubblico. «Però potrà rifornirne solo due al giorno, e dovendone l'Actv mettere in servizio 90 chiaro che non sarà in alcun modo sufficiente, e dovremo realizzare una stazione apposta - continua Boraso -. Peccato che non si sappia ancora dove e come realizzarla perché le norme al riguardo non ci sono o non sono chiare. I vigili del fuoco cui spetta la competenza delle autorizzazioni, non avendo a disposizione regole chiare, applicano quelle più restrittive, così rischiamo di dover costruire l'impianto in aperta campagna isolato da tutto ma anche dal deposito dei bus. Lo Stato, insomma, ci ha dato la bicicletta ma non ci ha spiegato come gonfiare le gomme». E, non ultima, c'è la questione di chi produce questi bus: in Italia e in genere in Europa al momento non ci sono aziende simili, e per la maggior parte si tratta di realtà cinesi con ovvie conseguenze sulla disponibilità di mezzi, la distribuzione e le manutenzioni. Lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto che probabilmente servirà una proroga per molte iniziative legate al Pnrr, e ci contano anche il Comune di Venezia e l'Actv.

 

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