"Nuovi poveri" da Covid-19, triplicate le richieste di aiuto economico

Lunedì 10 Agosto 2020 di Fulvio Fenzo
L'arrivo dei pacchi di generi alimentari acquistati dal Comune di Venezia per le famiglie in difficoltà
MESTRE - Sono tante, molte di più di quanto si possa pensare. Sono le famiglie rimaste a terra con l’emergenza Covid-19, con stipendi tagliati o semi-azzerati, se non svaniti del tutto. E i dati parlano chiaro, anche con la prima definizione delle nuove tipologie di richieste d’aiuto arrivate ai Servizi sociali del Comune di Venezia. «Ma, in tutto questo, ci sono soprattutto i numeri - spiega l’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini -. Se nel primo semestre del 2019 i contatti con gli sportelli delle Agenzie per la coesione sociale erano stati 1.523, nei primi sei mesi di quest’anno sono schizzati a 4.137 con un aumento del 272 per cento. E i cosiddetti “nuclei in trattamento”, cioé gli utenti che beneficiano almeno di una forma di supporto che va dai contributi economici ai buoni spesa, fino alla “borsa solidale”, sono saliti da 763 a 1.991 nello stesso periodo, con un incremento del 261 per cento. E l’emergenza non è affatto finita».
L’ANALISI Numeri allarmanti, e la Giunta comunale è già corsa ai ripari per quelli che possono definirsi i “nuovi poveri da Covid”, stanziando altri 700mila euro che (si spera) dovrebbero bastare fino alla fine dell’anno, sempre che arrivino anche nuovi fondi dal Governo. «Abbiamo fatto una variazione di bilancio compiendo un incredibile sforzo - riprende Venturini -, ma era necessario fornire un’integrazione al reddito per chi non gode di altre forme di sostegno. Negli anni “normali” questi fondi arrivavano a un milione di euro, più altri 600mila di contributi a sostegno delle morosità e del disagio abitativo. Ora abbiamo aggiunto questi 700mila euro che vanno ad affiancarsi al primo milione che abbiamo ricevuto da Roma, già erogato tutto per esempio con i buoni spesa, assieme ai 350mila per i pacchi alimentari di cui stiamo completando l’acquisto proprio in questi giorni». Una mole di lavoro mai vista per gli uffici comunali dell’Agenzia Coesione sociale (57 dipendenti tra assistenti sociali, operatori e amministrativi che, tra l’altro, hanno lavorato per lungo tempo in smart-working), che hanno avuto a che fare in questi mesi con utenti che in passato non si erano mai rivolti ai servizi. «Si va dai lavoratori stagionali e non impiegati nel settore alberghiero e nella ristorazione, al Marco Polo o nella crocieristica - spiegano dall’assessorato -, ai titolari di piccole attività commerciali soprattutto del centro storico che erano già state duramente provate dall’acqua alta di novembre. E poi abbiamo piccoli artigiani legati ai negozi di souvenir di maschere e vetro, gli ambulanti di mercati e sagre e i lavoratori del mondo dello spettacolo, come tecnici, addetti all’allestimento dei palchi, dei cinema o dei teatri. Infine, da non dimenticare, tra le richieste di aiuto arrivate in questo primo semestre ci sono persone che arrotondavano la pensione o i redditi bassi con piccoli lavori di pulizie, giardinaggio o assistenza, non più richiesti, e gli anziani con pensioni basse che, in precedenza erano aiutati economicamente dai figli i quali, essendo loro stessi in difficoltà, non riescono più a farlo».
«IMPEGNO ECCEZIONALE» «Si tratta di nuove forme di povertà che non erano mai entrate nei “radar” dei servizi sociali - riprende l’assessore Venturini -. Per questo, in attesa che entrino interamente a regime tutte le forme di ammortizzatori sociali e il reddito di emergenza, era necessario un impegno straordinario da parte dell’amministrazione. Ora abbiamo di fronte un autunno che sarà molto impegnativo, ma la fortuna ha voluto almeno che avessimo già a regime il nuovo assetto dell’Agenzia per la Coesione sociale che ha aiutato noi nella gestione ed ha aiutato i cittadini, non più costretti a rivolgersi a mille uffici ma con un unico interlocutore rispetto ai vari problemi da affrontare». In tutto questo, il Comune è riuscito anche ad “ammorbidire” vincoli e normative che, in tempi normali, avrebbero escluso intere famiglie dalla possibilità di ricevere un aiuto: «Sempre nel rispetto della legge - conclude Simone Venturini - la valutazione dei singoli casi viene effettuata con una maggiore flessibilità. In questo momento l’Isee, cioé l’indicatore utilizzato per valutare la situazione economica del singolo o del nucleo familiare, non è più rappresentativo della realtà, in quanto si basa sui redditi del passato. Anche aver introdotto dei margini in più di manovra è un modo per dare risposte in questo momento di emergenza».
Ultimo aggiornamento: 08:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci