Candidato sindaco, il rettore si sfila
Bugliesi: «Mancano le condizioni»

Domenica 9 Febbraio 2020 di Melody Fusaro
Il rettore Michele Bugliesi con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro
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«Il mio progetto ha senso solo se trova un’adesione ampia e unitaria. Purtroppo, è del tutto evidente che quelle attuali non sono le condizioni per poterlo realizzare». Un messaggio aperto a ben poche interpretazioni quello di Michele Bugliesi, il rettore di Venezia fino a ieri in pole position (fino a ieri) per la candidatura a sindaco della coalizione di centrosinistra. Se il Partito Democratico conferma di non avere intenzione di scaricarlo e di voler portare solo il suo nome all’ultimo tavolo di trattative con le altre forze politiche e civiche (nella convinzione che sia “quello in grado di unire un fronte più ampio”), il rettore di Ca’ Foscari sembra fare un passo avanti per far conoscere le sue proposte per un progetto civico, ma al tempo stesso annunciare un passo indietro nel caso in cui non ci sia unità sulla sua candidatura. 
LE PREMESSE Il Pd ieri mattina ha fatto una nuova riunione interna da cui è uscita confermando le sue intenzioni, consapevole di non avere, sul nome di Buglieri, ritenuto “troppo istituzionale”, il supporto di tutte le forze e di dover quindi convincere i referenti de Il nostro impegno per la città che riunisce le forze della sinistra, da Articolo 1, a Verdi, Possibile, Sinistra italiana e Rifondazione (dopo che Un’altra città possibile ha messo sul piatto altre tre candidature) o rinunciare a una corsa unitaria. 
IL PROGRAMMA DEL RETTORE Ma Bugliesi con la sua lettera lancia un appello all’unità e mette le cose in chiaro: «Oggi molto più che in passato - dice - un’alleanza tra forze politiche tradizionali e strutturate, i partiti, e nuove, le associazioni e più in generale le rappresentanze civiche, rappresenta un’opportunità concrete per superare la crisi di rappresentanza sulla quale si infrangono tante idee e prospettive». E si fa avanti presentando alcuni punti del suo eventuale programma elettorale. A Venezia, secondo Bugliesi, da (e sottolinea “almeno”) quattro anni manca una visione e di conseguenza, “un’agenda che definisca gli obiettivi e il percorso per raggiungerli”. La sua visione parte da un ridimensionamento del turismo a tutela della residenzialità e del commercio del centro storico dominato “dalla paccottiglia”. «Nella complessità di Venezia, e nella dimensione estesa della città metropolitana, risiede il potenziale di uno sviluppo che deve coinvolgere attivamente tutte le classi sociali e guardare a settori economici e produttivi ampi e diversificati - la ricerca, l’innovazione, l’ambiente, le nuove tecnologie, il terziario avanzato, cultura». Venezia è per lui “la città ideale per attrarre gli investimenti necessari per lo sviluppo di questi settori e anche per accoglierne nuovi interpreti: «Persone naturalmente disponibili a spostarsi per seguire il proprio lavoro - specifica il rettore -, nuovi professionisti, con redditi medio-alti e una domanda qualificata di servizi culturali, sociali, commerciali. Nuovi residenti che potranno contribuire a ridare vitalità e sviluppo economico e di impresa dell’intera città, insieme agli studenti delle scuole e delle università, cui offrire opportunità concrete e adeguate per vivere e lavorare”. Mestre, invece, deve tornare ad “acquisire vitalità e forza come centro del terziario e del commercio diffuso”. Per Marghera e il water-front il rilancio deve partire da “un’industria moderna ed ecocompatibile, della nuova chimica e dei nuovi materiali”. Mercoledì, con l’ultimo tavolo per la scelta del candidato, si saprà se le sue rassicurazioni avranno contribuito alla sintesi che la coalizione cerca. 
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