«La basilica di Venezia? Dedicata a Marco Polo» /Tutte le bufale delle guide abusive

Domenica 26 Agosto 2018 di Michele Fullin
«La basilica di Venezia? Dedicata a Marco Polo» /Tutte le bufale delle guide abusive
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VENEZIA - Lo sapevate che Venezia ha avuto una dominazione spagnola dalla quale sono rimasti i nomi delle calli e l'abitudine dei cicheti (in Spagna, le tapas) per l'aperitivo? O che la Basilica è dedicata a San Marco Polo la quale al suo interno ha luoghi dedicati alle altre religioni, la cui più famosa è la Cappella Zen dedicata ai buddisti? No. Nemmeno noi, perché sono oscenità che nessun veneziano ha mai sentito. Eppure, queste sono le cose che molte sedicenti guide che tali non sono raccontano quotidianamente ai turisti che in gruppo scelgono di affidarsi ai free tours (che free non sono) o agli accompagnatori di viaggio, che non hanno alcun titolo né competenza, al di là della passione che possono aver certuni, per spiegare la città ai visitatori.
 
Stanco di questo andazzo, il presidente dell'associazione Guide turistiche di Venezia, Stefano Croce, ha buttato giù un elenco non esaustivo di cavolate sentite dalle guide durante il loro quotidiano peregrinare incrociando gruppi non portati da persone qualificate. Il risultato è uno stupidario con inesattezze, strafalcioni, fake news e luoghi comuni da far impallidire chiunque abbia solo sfogliato anche una guida rapida della città.
TRA CALLI E CAMPIELLI«Parto con una domanda - dice Croce - vi siete mai chiesti chi ogni giorno, girando per calli e campielli racconta Venezia ai turisti? E, soprattutto, come la racconta? È chiaro che sono ben pochi i visitatori che hanno la voglia e il tempo di prepararsi leggendo un buon libro o anche solo una breve guida su questa città. Pertanto molti si affidano a chi gliela spiega accompagnandoli in una visita e quindi conoscono Venezia solo per quello che viene loro raccontato».

Il problema iniziale è dunque chi racconta Venezia.
«La risposta di buon senso sarebbe: le guide turistiche di Venezia munite di licenza ottenuta a fronte di un esame. È stato sempre così, fin dai tempi della Repubblica Serenissima. Beh, sappiate che non è più così da ormai diversi anni, perché le guide di Venezia sono ora diventate una esigua minoranza. Da un lato vi sono state paradossali modifiche legislative - peraltro mai completate - che permetterebbero a qualunque guida d'Italia di lavorare in città che non conoscono. Dall'altro una totale mancanza di controlli che ha permesso il proliferare di chiunque abbia deciso di esercitare abusivamente questa professione».

Ma se sanno poco, cosa dicono?
«E qui sta la parte più divertente e sconcertante della vicenda, come abbiamo scoperto quando con alcuni colleghi, guide abilitate veneziane, abbiamo raccolto sul campo un campionario di spiegazioni che, per quanto incredibili, sono tutte uscite dalle bocche delle diversamente guide. Quando le leggerete vi chiedo solo di una cosa: oltre a sorridere, chiedetevi anche se Venezia si merita di essere raccontata così».

GLI AFFARI
E i cosiddetti free tours, che sembrano avere un grande successo? I gruppi si trovano, fanno il giretto e alla fine il tipo che ha fatto da accompagnatore passa con il cappello.
«Sono una realtà che muove svariati milioni di euro l'anno e che non è per nulla trasparente. Eppure questi lavorano costantemente. Ci sono almeno cinque grandi operatori che si propongono come associazioni senza scopo di lucro, i quali si servono per lo più di studenti o ex studenti che conoscono poco la città. Si spacciano per tour gratuiti ma poi fanno capire che la mancia bisogna darla. Più recentemente alcune di queste guide, si sono in un certo modo regolarizzate conseguendo il patentino in altre regioni. Ma non significa che questo meccanismo sia regolare, poiché una professione non può e non deve essere retribuita soltanto con le mance. Non lo dico io, ma lo dice la legge. Ogni giorno partono anche 15 free tours da varie zone di Venezia. Noi auspichiamo maggiori controlli e sanzioni agli irregolari da parte delle autorità, visto che ci è stato detto che le leggi che ci tutelano esistono ancora».
Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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