VENEZIA - Pronti... via! La Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità parte con una dote consistente: 40 soggetti, tra fondatori e co-fondatori tra i più prestigiosi e influenti al mondo e una sede di quasi 500 metri quadrati affacciata su piazza San Marco, nelle rinnovate Procuratie Vecchie. Operativa dal primo gennaio.
Intanto, però, sono stati elaborati i progetti, alcuni dei quali vedranno la luce entro breve. È il caso di Venezia città campus, per l'ampliamento dell'offerta didattica attraverso un accordo con tutte le università ed enti culturali per portare in città non solo studenti, ma anche tanti ricercatori per indurre la stessa trasformazione che ha avuto Boston, negli Stati Uniti.
Ieri il presidente Renato Brunetta, non più ministro e quindi con molto più tempo a disposizione, ha presieduto il Comitato di indirizzo assieme ai due vicepresidenti, il sindaco Luigi Brugnaro e il governatore veneto Luca Zaia e sono stati posti i paletti per il 2023.
COLOSSI
Ci sarà chi dirà ecco, un'altra fondazione per rilanciare Venezia, ma in questo caso ci sono i nomi dei soci a parlare. Enti e aziende di primaria importanza che hanno accettato la scommessa di fare di Venezia la locomotiva del Veneto, non importa quanto tempo servirà. Ci sono Snam, Eni, Enel Generali tra i fondatori e sono entrati co fondatori come Amazon, Microsoft, Leonardo, le Ferrovie, Tim. E hanno avanzato la candidatura la Cassa depositi e prestiti, Invitalia, Autostrade, Unicredit, Bnl, Cnr, Fincantieri e tanti altri. A presiedere il Comitato di gestione è stato chiamato Alessandro Costa, di Snam.
«Mano a mano che avanzeranno i progetti - ha detto Brunetta - chiederemo ai fondatori che cosa possono fare per realizzarli.
ORIZZONTE LUNGO
I risultati, ovviamente, sono a lunghissimo termine e il rettore dello Iuav, Benno Albrecht, ha fatto il parallelo con la gestione dei boschi da parte della Serenissima. «Una gestione - ha detto - i cui tempi superavano quelli della politica. E così può essere qui, bisogna inventarsi forme diverse di urbanistica. Possiamo essere quelli che sperimentano le soluzioni più avanzate».
Queste le aree tematiche di interesse: Idrogeno (Porto Marghera), Transizione energetica, Venezia città campus (a febbraio ci saranno novità), Residenzialità (protezione dalla domanda turistica), Turismo sostenibile (gestione dei flussi), Acceleratore Venisia (attirare nuove aziende e anche nuovi lavoratori qualificati da remoto a vivere qui), Inclusione sociale, Cultura della legalità, Progetti culturali innovativi.
Per il momento sono stati elaborati gli indicatori che diranno se un obiettivo è rispettato o ha fallito o comunque è o non è nei tempi. E poi, sta per essere lanciata la Biennale della sostenibilità.
«Mostrerà gli esempi che nascono a Venezia - ha ribadito Brunetta - Ci proponiamo come modello per tutte le altre città. Il primo assaggio sarà già nel 2023, collegato alla Biennale Architettura e sarà una straordinaria sorpresa. Ultimo punto, la Fondazione attraverso Cassa Depositi, Generali e le banche fondatrici potrà emettere dei green bond per finanziare i progetti accompagnandoli da certificazione di sostenibilità per rivolgersi al mercato finanziario globale».
Insomma, si chiederanno fondi non più a donatori, ma a investitori che vorranno credere nei progetti. Al momento sono parole - conclude - quello che non sono parole sono i 40 soggetti pesantissimi che hanno deciso di accettare questa sfida e quelli che stanno per arrivare».