Vini scadenti adulterati, sotto accusa la Casa vinicola Botter Carlo & C spa di Fossalta di Piave

Venerdì 20 Maggio 2022 di Gianluca Amadori
Vini scadenti adulterati, sotto accusa la Casa vinicola Botter Carlo & C spa di Fossalta di Piave
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FOSSALTA DI PIAVE - La Casa vinicola Botter Carlo & C spa di Fossalta di Piave, leader a livello mondiale nel settore del vino, e i suoi due ex legali rappresentanti, Arnaldo e Alessandro Botter, rispettivamente 84 e 49 anni, residenti a San Donà e a Jesolo, sono finiti sotto accusa in Puglia nella maxi inchiesta GHost wine, relativa a una estesa attività di presunta «sofisticazione/adulterazione/contraffazione» di vino, che vede sotto processo ben 49 persone e 11 società. L'accusa formulata dalla Procura di Lecce è di associazione per delinquere finalizzata a frode in esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine e di prodotti con segni mendaci appartenenti a marchi di qualità, oltre a reati di falso.


L'AZIENDA PATTEGGIA
La società, tra le più importanti d'Italia nel mondo del vino, è ora amministrata da Massimo Romani (dopo l'entrata nella proprietà del fondo Clessidra) ed è stata chiamata in causa dalla pm Donatina Buffelli ai sensi della legge sulla responsabilità penale delle aziende: nel corso della prima udienza i suoi legali hanno formulato istanza di patteggiamento, offrendosi di versare alcuni milioni di euro (la cifra esatta si saprà nei prossimi giorni), pur ribadendo la propria estraneità ai fatti.

La scelta di patteggiare, ha spiegato l'azienda, è stata presa dalla nuova compagine azionaria «per concentrare le proprie risorse nel nuovo Piano industriale e sugli obiettivi futuri». Arnaldo e Alessandro Botter, respingono a loro volta ogni addebito e gli avvocati Nicolò Ghedini, Stefano Zanchetta e Paolo Sisto, si apprestano, il prossimo 25 maggio, a chiedere il loro proscioglimento. La Procura si batte, invece, per ottenere il loro rinvio a giudizio ritenendoli soci occulti e complici delle società pugliesi accusate di aver materialmente sofisticato/adulterato/contraffatto ingenti quantitativi di vino. Il ruolo della Botter spa (che ha anche una sede in Puglia, a Salice Salentino) era quello di commercializzarlo, in particolare all'estero: 1 bottiglia su 20 di vino italiano è esportato nel mondo da Botter.


VINI SCADENTI ADULTERATI
Secondo l'accusa, i vini prodotti prevalentemente da Megale Hellas, Agrisalento srl ed Enosystem srl utilizzavano basi vinose scadenti ed erano modificati attraverso «pratiche enologiche illegali in violazione delle normative... per rielaborare e rendere commerciabile anche vino scadente e non vendibile». In particolare: aggiunta di zuccheri e di sostanze pericolose, «ricostruzione artificiale della matrice vinosa, utilizzo di alcol etilico e coloranti, aromatizzanti e additivi vietati, tra cui solfato di rame per uso agricolo», con l'obiettivo di «aumentare gradazione, cambiare colore, conferire aromi, profumi e sapori tipici dell'affinamento/invecchiamento in legno». Il tutto «abbattendo tempi e costi produzione» per poi inserire «false indicazioni e attestazioni di origine geografiche protette». Tra i vini finiti sotto accusa alcune eccellenze tipiche della Doc pugliese: Primitivo di Manduria, Negroamaro, Fiano Aglianico.
Tre anni fa l'inchiesta portò all'esecuzione di undici misure restrittive della libertà personale e al sequestro di 30 milioni di litri di vino sequestrati. Ora le accuse dovranno essere provate nel corso del processo.

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