Lo storico corniciaio di San Tomà chiude bottega e "trasloca" a Marghera: «Ma ai clienti veneziani consegnerò a casa» Foto

La spiegazione: «Antichi mestieri in affanno, il turismo ci ha ha traditi»

Giovedì 5 Gennaio 2023 di Costanza Francesconi
Lo storico corniciaio di San Tomà chiude bottega e "trasloca" a Marghera: «Ma ai clienti veneziani consegnerò a casa»

VENEZIA - Lo storico corniciaio di San Tomà si trasferisce a Marghera. Pagherà un quarto dell'affitto rispetto al centro storico e con il servizio a domicilio per i clienti veneziani, d'ora in avanti, Mario Gabbiato opererà nella sua nuova sede in terraferma, al civico 5 di via Baldassare Longhena.
Così cambia la professione di un artigiano che da trent'anni animava d'ingegno e manifattura il sestiere di San Polo, dopo essere subentrato nel 1989 all'attività del padre avviata nel lontano 1969.

LE RAGIONI
«Alle origini, il circondario pullulava di botteghe di mestieri, ne ricordo almeno undici. Oggi ne sopravvivono poche realtà, tra cui la pelletteria Mazzon che avevo proprio di fronte», racconta Mario alle prese con l'allestimento del nuovo laboratorio aperto al pubblico dalla metà di gennaio. Più spazioso, sì, ma anche lontano dalla principale vetrina cui si rivolgeva la produzione di souvenir artistici. La scelta di spostare la base operativa, sia chiaro, è stata una necessità e una sorpresa.
«Sul fronte dei ricavi economici, le condizioni sono progressivamente peggiorate spiega l'artigiano - Gli incassi derivavano per il 60 per cento dal lavoro sulle cornici, per il 40, invece, da articoli più turistici come poster, cartoline e stampe di mia lavorazione, piante storiche e riferimenti culturali del luogo come il Leone di Vittore Carpaccio. Venezia sempre a soggetto. Quello dell'oggettistica più ricercata e fatta a mano è un aspetto in decadenza continua , e lo è fin da prima dell'arrivo della pandemia. La qualità è sempre meno ricercata e compresa».

LA SITUAZIONE
«E questo aggiunge Mario - si collega a un generale declino dei mestieri. Stilando una lista di artisti attivi in città dagli anni Venti del Novecento ad oggi, ho appurato una differenza enorme. Solo a San Vio nota fiorivano ovunque laboratori come il mio, appendici dei grandi, negozi di servizio per gli artisti che come Vedova e Guidi producevano lavori da incorniciare. Ora il mestiere di per sé è in affanno e la filiera inaridita. Con l'arrivo del Covid - confessa il corniciaio - e già da prima, il turismo mi ha tradito».

Tra capo e collo, il caro affitti ha reso Venezia impraticabile al signor Gabbiato. «Un tentativo di compromesso con la proprietà del fondo c'è stato, per carità chiarisce ma con la pensione minima di artigiano non ho comunque avuto alternativa.

Ho poi trovato 10 metri quadri a 800 euro al mese più fideiussione, inaffrontabili, tanto da decidere di voler chiudere definitivamente finché non è arrivata l'opportunità di Marghera. Inauguro in via Baldassare Longhena 5. Io dunque riparto, vicino a casa mia e in una zona sprovvista di un corniciaio. I clienti veneziani che prego di contattarmi al mio numero (340/4951592) li servirò a domicilio, sobbarcandomi l'incombenza del trasporto - sottolinea - Gli oggetti più piccoli li venderanno invece, per mio conto, i negozi che in città possano esserne interessati».



 

Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 10:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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