MESTRE - Era riuscito a procurarsi un cellulare in carcere e si era scattato un selfie, subito postato sul proprio profilo Instagram. Quel gesto, che risale all'ottobre del 2020, ha fatto finire sotto processo nuovamente Angelo Valerio Alesini, 21 anni, considerato il boss di una baby gang mestrina ormai sgominata dalle forze dell'ordine.
Il giovane, assistito dall'avvocatessa Anna Sambugaro, è comparso di fronte al giudice di Padova, Vincenzo Santoro, optando per il giudizio abbreviato, ed è stato dichiarato non punibile per la particolare tenuità del fatto, ai sensi dell'articolo 131 bis del codice penale.
IN CARCERE A PADOVA
L'episodio finito sotto accusa era avvenuto all'interno del carcere Due Palazzi di Padova, dove il giovane era all'epoca detenuto per scontare una pena ad oltre quattro anni e mezzo di detenzione in seguito a due condanne: un patteggiamento per nove furti, un danneggiamento e una tentata estorsione commessi tra giugno e agosto 2018 e una successiva sentenza relativa ad altri furti e tentati furti aggravati. Attualmente Alesini non è più detenuto: sta scontando gli ultimi mesi (la scadenza è prevista per il marzo del prossimo anno) in una comunità terapeutica nella quale ha iniziato un percorso di riabilitazione. Ma il giovane non ha ancora finito di saldare il conto con la giustizia in quanto sono ancora pendenti alcuni procedimenti relativi al periodo in cui non aveva ancora compiuto i 18 anni, pendenti di fronte al Tribunale per i minorenni e relativi ad un episodio di stalking ai danni di una minorenne, nonché all'accusa di ricettazione e danneggiamento.
Lo scorso ottobre, inoltre, il ventunenne è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione in relazione ad un episodio di lesioni e minacce ai danni di due fratelli ventenni, aggrediti per strada nel 2019, a Mestre, per futili motivi, in concorso con altri due giovani, giudicati separatamente in quanto minorenni all'epoca dei fatti.
Instagram è sempre stata per Alesini una vetrina delle sue imprese: dalle foto in posa davanti alle auto della polizia al selfie durante un furto e un danneggiamento alla scuola d'arte Guggenheim di corso del Popolo, dove in piena estate erano stati distrutti i monitor di alcuni computer. Didascalia della foto: «Grazie Guggenheim».