Venezia. Effetto Cartabia, borseggiatrice storica assolta dal giudice: manca la denuncia delle vittime

Era stata identificata e arrestata dagli agenti di polizia per il furto di un trolley, ma è intervenuta la modifica legislativa e il reato non è procedibile d'ufficio

Sabato 11 Febbraio 2023 di Nicola Munaro
Borseggiatrici mentre studiano le mosse delle potenziali vittime

VENEZIA - Lei è una borseggiatrice storica di Venezia: alle spalle un curriculum lungo così tra denunce, segnalazioni e condanne più o meno lievi. Ma adesso potrà aggiungere una nota in più al suo storico: un’assoluzione figlia della nuova legge, più che del giudizio in merito del reato, ma comunque un’assoluzione.
L’ha pronunciata il giudice del tribunale di Venezia, Claudia Maria Ardita, sposando la tesi difensiva dell’avvocato Emanuele Compagno, legale della donna, che al tribunale ha chiesto l’applicazione della legge Cartabia nell’articolo che prevede come alcuni reati siano procedibili (cioè processabili) solo in presenza di una denuncia immediata delle vittime, che non c’era.
 

LA STORIA
Nata a Napoli, di origine rom e trentenne, la donna era stata arrestata nel 2022 dagli agenti di polizia dopo aver rubato un trolley ad una coppia di turisti stranieri a fine vacanza e in partenza dalla stazione ferroviaria di Santa Lucia. Lei, osservandoli da distante - come da prassi - aveva approfittato di un momento di distrazione e aveva fatto suo il trolley, allontanandosi dalla stazione mentre i due turisti si accorgevano solo in treno, ormai partito verso l’estero, di essere stati derubati. Impossibile, quindi, denunciare il furto: un particolare che all’epoca sembrava di poco conto e che invece ha fatto la differenza nel capitolo finale della vicenda. La cronaca racconta che la trentenne rom - già nota nella città d’acqua per le proprie prodezze - era stata fermata da una squadra di poliziotti, denunciata per furto aggravato e il trolley era poi stato restituito alle due vittime.
 

IL PROCESSO
Direttissima, scarcerazione, ordine di ritorno a Venezia e rinvio per termini a difesa. Mesi dopo l’apertura del processo vero e proprio - sulla base della denuncia della polizia - con l’elenco dei testimoni: tutti passaggi tipici di un processo simile a tanti altri e che hanno occupato il 2022 fino all’ennesimo rimando fissato per fine gennaio. 
Nel frattempo, però, a indicare la nuova strada sulla celebrazione dei dibattimenti è intervenuta la riforma voluta dall’ex ministro della Giustizia del Governo Draghi, Marta Cartabia. La Guardasigilli ha stabilito come alcuni reati si possano perseguire soltanto quando la vittima ha fatto querela di parte e non più d’ufficio, com’era prima. E il furto fa parte di questi. Una legge oltretutto retroattiva (quindi agisce sui processi in corso) usata dall’avvocato Compagno in tribunale per chiedere l’assoluzione della borseggiatrice, ottenendola. Ecco quindi che quella circostanza per cui ai due turisti era stato impossibile fare denuncia (il treno era già partito) è stato il grimaldello della difesa per far chiamare in causa la legge Cartabia.
 

IL FENOMENO
«La Cartabia è un invito a tutti i borseggiatori d’Europa a venire in Italia e a Venezia a rubare, perché tanto chi viene qui sa di poter godere di una sorta di impunità.

Può rubare e non va incontro a nessuna conseguenza», aveva detto Franco Dei Rossi, anima del movimento dei “Cittadini non distratti”, veneziani impegnati a livello volontario per sventare furti borseggi e episodi di microcriminalità. Anche “Striscia la Notizia” si era occupata del caso perché le nuove norme rendono sempre più difficile il contrasto ad un fenomeno criminale tipico di Venezia.

Ultimo aggiornamento: 16:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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