Furbetti del bonus. Giorno del giudizio per i tre consiglieri Zaia: «Li sentirò». Ma il dado è tratto Video

Giovedì 13 Agosto 2020 di Alda Vanzan
Giorno del giudizio per i tre consiglieri Zaia: «Li sentirò». Ma il dado è tratto
1

Furbetti del bonus, il caso dei leghisti veneti e la decisione del presidente della Regione Luca Zaia. Le ultime notizie oggi.

Quando in un grande partito scoppia uno scandalo ed è il partito del governatore più amato d'Italia, le decisioni non sono mai affrettate. Soprattutto, ci sono dei copioni da rispettare. È quello che sta facendo da domenica sera il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia: prima ha chiesto ai suoi consiglieri regionali leghisti se per caso avevano chiesto il contributo Inps per l'emergenza sanitaria, i famosi 600 euro previsti dai decreti Cura Italia e Rilancio.

Poi, avute le ammissioni del suo vice in giunta Gianluca Forcolin, del presidente della Prima commissione Alessandro Montagnoli e del vicecapogruppo in consiglio Riccardo Barbisan, ha preso tempo. Fino ad annunciare, ieri mattina, che li avrebbe sentiti tutti e tre, uno ad uno. Il che ha generato in qualcuno, a partire da Forcolin, un moderato ottimismo. Alcuni avversari politici hanno interpretato la decisione di Zaia come una retromarcia. In realtà, anche se ci sono obiettive diversità nei comportamenti dei tre leghisti coinvolti, perché due di loro (Montagnoli e Barbisan) il bonus l'hanno chiesto e incassato, mentre uno (Forcolin) l'ha solo chiesto (e neanche personalmente perché l'ha fatto una socia del suo studio di tributaristi e senza manco perfezionare la domanda) una assoluzione, peraltro in piena campagna elettorale, avrebbe del clamoroso. Anche perché i big si sono già tutti sbilanciati, dal segretario della Liga Veneta Lorenzo Fontana al capitano Matteo Salvini. E c'è una frase, pronunciata da Zaia ieri sera a Cortina d'Ampezzo che è rivelatrice: Forcolin è l'unico dei tre a non avere preso i soldi? «Però c'è una domanda presentata».

 

Bonus, politici: i nomi a Nordest

Presa anche l'altra rata. «Ma ho versato subito i 600 euro alla Pro Loco»
La sindaca di Spinea allo scoperto
Il consigliere regionale Mattiussi (Fi): «Ho chiesto e avuto il bonus Inps per pagare le bollette»
Bonus Covid, l'assessore regionale Bini
«Io, sindaco a mille euro al mese, ho fatto richiesta del bonus Covid»
 
 

Furbetti del bonus: Zaia decide

Il giorno clou, quello dell'ascolto di Forcolin, Montagnoli e Barbisan, sarà oggi. E sarà anche il giorno del verdetto. Le previsioni, a ieri, erano di un'esclusione in massa dalle liste elettorali. A Forcolin potrebbe forse essere risparmiata l'onta della sospensione dal partito, proprio per la particolarità della propria posizione. Pur a microfoni spenti, in parecchi nella Lega sostengono che il vicepresidente rischia di avere una punizione eccessiva, ma riconoscono anche che una sua presenza in lista sarebbe manna per le forze di opposizione. È vero che Zaia non rischia niente, ma sarebbe una campagna elettorale schiacciata sullo scandalo dei bonus dell'Inps. Cosa che nessuno, a partire da Zaia, vuole.
 

Furbetti, cosa dice Salvini

La giornata, ieri, è stata aperta da Matteo Salvini che ad Agorà, sui RaiTre, ha confermato la linea dura: «Io ho dato indicazioni che chiunque abbia chiesto o incassato venga sospeso e in caso di elezioni regionali imminenti non ricandidato». Poi, sempre riferendosi al bonus, ha aggiunto: «In casa mia chi l'ha richiesto senza averne un fondato motivo, viene sospeso e non viene ricandidato». Spiegano in ambienti della Lega che un consigliere regionale che ha uno stipendio netto di 8mila euro al mese non può avere «un fondato motivo» per chiedere 600 euro di contributo.

Incontro con i tre veneti del bonus
Poco dopo, a Conegliano, dove ha partecipato all'inaugurazione della nuova risonanza magnetica dell'ospedale, il governatore Zaia è parso più possibilista: «Incontrerò il vicepresidente Gianluca Forcolin e i consiglieri Riccardo Barbisan ed Alessandro Montagnoli. Dopo di che renderò note le decisioni. Ricordo che sono stato io, per primo, a porre la questione a livello nazionale, perché penso che sia fondamentale la chiarezza. Bisogna avere sempre la schiena diritta». Prendere il bonus, ha sottolineato Zaia, «non è affatto illegale», ma, per un politico «è una questione di opportunità». Dopodiché ha differenziato le posizioni: «Da un lato abbiamo due consiglieri che hanno chiesto il bonus, lo hanno ottenuto e poi hanno documentato di aver fatto beneficenza elargendola a terzi; dall'altro un vice presidente che è socio di minoranza di uno studio associato che ha presentato domande per i soci e i clienti. Forcolin ha inoltre aggiunto che, avuta notizia della domanda a suo nome, ha dato disposizione allo studio di non inoltrare l'ulteriore documentazione per l'ottenimento del bonus e di stoppare pertanto la richiesta. Cosa che è avvenuta. Per cui siamo in presenza di una domanda che è morta sul nascere».


Bonus Covid ai politici, quei tre leghisti veneti: «Chiesto a nostra insaputa»
Furbetti del Bonus, «niente privacy». Il Garante spiazza Tridico (Inps)


Il caso Forcolin
Queste parole di Zaia sono state da alcuni interpretate come una sorta di assoluzione di Forcolin. Ma in serata, da Cortina, Zaia ha detto dell'altro. E cioè che «è giusto dire chi ha avuto i soldi e chi non li ha avuti», visto che il suo vice non ha ottenuto un centesimo. «Però - ha aggiunto - c'è una domanda presentata». Insomma, nessuno dei tre in lista? Zaia lo comunicherà oggi. Intanto, Zaia chiede la pubblicazione delle liste di chi ha avuto il contributo: «L'unica indagine fatta in Italia, su una squadra di governo, l'ha fatta il sottoscritto. Il presidente Inps renda note le liste, anche in seguito a ciò che ha detto il Garante, che non ci sono problemi».
 

Ultimo aggiornamento: 11:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci