Bomba day, Mestre e Venezia città fantasma. Alle 15.38 l'ordigno esplode Il momento della deflagrazione Video

Domenica 2 Febbraio 2020 di Davide Tamiello
Bomba day, Mestre e Venezia città fantasma. Alle 15.38 l'ordigno esplode
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Bomba day” a Mestre e Venezia domenica 02 febbraio 2020: alle sei è scattata l'ora X, con l'evacuazione di oltre tremila persone e la chiusura del Ponte della Libertà. La bomba, un residuato bellico americano modello An M64 General Purpose, utilizzata nel secondo conflitto mondiale per distruggere obiettivi come infrastrutture e depositi, era stata scoperta il 15 gennaio durante alcuni lavori per la realizzazione di vasche per le acque reflue. 

CITTA' FANTASMA
Le Forze dell'Ordine e circa 160 volontari della Protezione civile si sono occupante dell'assistenza alle persone  che hanno temporaneamente abbandonato le proprie case.

Dalle ore 7  era stata stata vietata la circolazione dei mezzi privati e dei pedoni nell'area di sicurezza, e chiuso il ponte della Libertà, quindi stop a bus e treni.



I MOMENTI DEL BOMBA DAY A VENEZIA e MESTRE
Alle 8.40 data luce verde e partite ufficialmente le operazioni di disinnescare. Tutto si svolge secondo programma.
Ore 9 - Rimosse le due spolette: si devono aspettare i 30 minuti di saturazione, ovvero far decantare per capire se è tutto regolare. A quel punto la bomba si potrà dire disinnescata.
Poi potranno riprendere le operazioni per la rimozione e il trasporto.
ore 11.15 - La bomba è stata messa in acqua sulla chiatta che la dovrà portare al largo (segui la diretta Facebook cliccando qui)

Alle 15.38 l'ordigno esplode in alto mare. Si sono concluse alle 15.38, con il brillamento in mare, le operazioni per il disinnesco della bomba da 500 libbre, pari a 250 chilogrammi, contenente 127 chili di tritolo, che il 15 gennaio scorso era stata rinvenuta in via Ferraris a Porto Marghera. Lo ha comunicato il Comune di Venezia. Il viaggio dell'ordigno disinnescato verso l'area «Malamocco Big Cargo» è durato poco più di tre ore. Raggiunto il mare aperto, sono state applicate cariche di esplosivo plastico che sono state fatte scoppiare sott'acqua. Una colonna di circa una decina metri ha quindi distrutto l'ordigno, rimasto inesploso per 75 anni. «Grazie a tutti i cittadini, sia quelli sfollati sia tutti quelli che hanno avuto disagi - ha dichiarato il sindaco Luigi Brugnaro - perché sono stati molto comprensivi e collaborativi. Oggi, ancora una volta, Venezia ha saputo dimostrare unità, giocando in squadra».

IL MOMENTO ESATTO DELL'ESPLOSIONE - COLONNA DI ACQUA IN MARE





DIRETTIVA sulla BONIFICA del 2 febbraio 2020

IL PIANO
Tra ponte della Libertà completamente deserto, posti di blocco lungo tutto il perimetro, e grandi pattuglie di forze dell’ordine sarà senza dubbio una mattinata surreale. Il tavolo di coordinamento aprirà alle 5.30, nella sala del comando operativo nella caserma dei vigili del fuoco di Mestre. Dalle 6 alle 7, verranno evacuati i 3.500 residenti, tra cui anche sei alberghi. I parcheggi chiuderanno alle 7, termine ultimo per far uscire le auto. Guardia di finanza, carabinieri, polizia di Stato metteranno a disposizione 27 pattuglie (quindi 54 uomini): da una parte si occuperanno del porta a porta dei residenti, dall’altra inizieranno i controlli anti sciacallaggio. Si aggiungeranno 140 agenti di polizia locale e 200 volontari della protezione civile, per assistere le operazioni di sgombero e per presidiare i tanti posti di blocco lungo tutto il perimetro dell’area interdetta. Le navette porteranno al Taliercio dove verrà allestito dalla protezione civile un punto ristoro per gli sfollati. Dalle 7.30, quindi, arrivato il via libera delle autorità, gli artificieri del Genio di Legnago inizieranno a disinnescare l’ordigno. La seconda fase partirà quando gli artificieri avranno rimosso le due spolette (anteriore e posteriore) della bomba rendendola, quindi, inerte. A quel punto la palla passerà alla Marina Militare: l’ordigno verrà messo in acqua, in ammollo, sorretto da dei palloni galleggianti e rimorchiato dalla nave. La velocità di crociera sarà tra i 4/5 nodi all’ora, percorrerà il canale dei Petroli, passerà le bocche di porto per poi raggiungere il punto scelto per il brillamento: l’area “Rada” al largo di Malamocco. Il tempo previsto per raggiungere la “Malamocco big cargo” è tra le tre e le quattro ore (massimo).
 

I DUBBI
La scelta di farla brillare in mare, però, ha suscitato anche qualche perplessità. Nei giorni scorsi Adriano Sfriso aveva sottolineato gli effetti di una esplosione simile in un mare dal fondale non troppo profondo. «Il colpo coinvolgerà una superficie ampia, distruggendo tutto ciò che c’è - aveva spiegato- l’onda d’urto in acqua si propaga velocemente, il fondale ne risentirà di sicuro. Sarebbe stato meglio procedere a terra, in una zona desertica o in una cava». In effetti dieci anni fa, in occasione di una bomba assolutamente identica a circa 500 metri di distanza da quella di via Ferraris, si era proceduto con un trasporto a terra, verso la zona delle Giare. Qui, era stata sotterrata e fatta esplodere. Questa volta, però, i tecnici hanno ritenuto che fosse più sicuro procedere in un modo diverso, già testato comunque in numerose operazioni in tutto il resto del Paese. 

LA REAZIONE 
«L'Esercito è una insostituibile risorsa del Paese che, per merito di personale altamente specializzato, è capace di eseguire operazioni anche molto complesse e delicate». Lo afferma in una nota il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo, commentando le due operazioni di disinnesco di ordigni bellici eseguite oggi a Venezia e Trento. Tofalo ha ringraziato gli artificieri dell'Esercito «per il lavoro quotidiano al servizio della comunità».

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 12:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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