Il 25 ottobre nuovo bomba-day, si trasferiscono 600 abitanti

Mercoledì 30 Settembre 2020 di Nicola Munaro
Il cantiere dove è stata trovata la bomba
La data è già sul calendario e le tappe di avvicinamento sono segnate. La corsa per portare Mestre al suo secondo bomba-day in questo folle 2020 è iniziata ieri mattina, quando con un vertice (in via telematica) in Prefettura a Venezia si è deciso che domenica 25 ottobre verrà fatta brillare la bomba da 500 libbre trovata il 18 settembre nel cantiere di via Torino, dove Ca’ Foscari sta realizzando il nuovo campus universitario.
Un’operazione che sarà di fatto un “copia-incolla” di quanto già visto e sperimentato il 2 febbraio scorso, quando era stata fatta brillare la bomba gemella scoperta il 15 gennaio in un cantiere a Porto Marghera. La riunione di ieri a Ca’ Corner ha stabilito che saranno evacuate case, uffici, alberghi e quant’altro in un raggio che va dai 500 ai 600 metri dal punto nel quale si trova la bomba, all’interno del cantiere universitario di via Torino. Verranno fatte evacuare circa seicento persone, ma il conto preciso verrà fatto nelle prossime settimane di avvicinamento alle operazioni di despolettamento. Mentre da stamattina inizieranno le operazioni di messa in sicurezza dell’ordigno, ora sepolto sotto dieci metri di terra. La strada maestra, però, è stata tracciata: gli artificieri dell’ottavo Reggimento genio guastatori paracadutisti Folgore di Legnago (in provincia di Verona) inizieranno da questa mattina a costruire una sorta di bunker sopra al punto nel quale è sepolta la bomba aerea di fattura americana. Una volta portata alla luce, verrà caricata su un camion dell’esercito che la porterà - attraverso il ponte della Libertà - al porto di Venezia dove verrà issata su una barca che chiuderà le operazioni, sganciandola e facendola brillare nel mare di fronte a Venezia, al largo, in modo da non creare alcun danno. Fatto sta che per la seconda volta in otto mesi Venezia tornerà ad essere isolata dalla sua terraferma: per tutta la mattinata del 25 ottobre sarà quindi impossibile attraversare il ponte in un senso e nell’altro. A coordinare i lavori sarà la Prefettura che sta trovando anche i luoghi dove accogliere le persone costrette (per sicurezza e per un tempo minimo) a lasciare la propria abitazione già alle prime ore del 25 ottobre. La bomba da 500 libbre, che racchiude 129 chili di tritolo in novanta centimetri di lunghezza, per 35 di diametro, assieme a quelle da 1.100 libbre, era tra le più grandi sganciate dagli aerei statunitensi: ordigni in grado di distruggere un intero quartiere. Possibile, però, che l’obiettivo del bombardamento fosse la ferrovia per Venezia, distante poco più di un chilometro dal punto nel quale la bomba è caduta senza deflagrare.  Quella trovata il 18 settembre, però, è solo l’ultima di una lunga serie di ordigni bellici del secondo conflitto mondiale. La più recente è la gemella scoperta il 15 gennaio a Marghera. Prima di lei, le cronache riportano al marzo del 2010, quando ne venne trovata una identica in zona industriale a Marghera, dietro il Vega: a pochi metri, quindi, dal ritrovamento di gennaio e una manciata di chilometri da via Torino. Anche dieci anni fa venne previsto un piano di evacuazione. 
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