Perseguitata per una bolletta sbagliata di Eni: ex cliente vuole fare causa per stalking

Venerdì 18 Dicembre 2020
Perseguitata dalla società di recupero crediti per una bolletta del gas sbagliata
3

DOLO (VENEZIA) - Perseguitata dalla società di recupero crediti per una bolletta del gas sbagliata: ex cliente Eni minaccia querela per stalking.

La Gestione Rischi srl aveva acquistato le pendenze della società del gas, il debito presunto ammontava a meno di 300 euro. Ora la vittima, esasperata, attraverso Studio3A che la assiste, ha chiesto i danni morali da “persecuzione” da recupero crediti.

Stalking per una bolletta

Protagonista dell’ennesima storia di mala burocrazia una sessantasettenne di Dolo che all’epoca, parliamo di una decina di anni fa - successivamente avrebbe cambiato gestore - aveva stipulato il contratto per la fornitura di gas nella sua abitazione con Eni scegliendo il metodo della domiciliazione per il pagamento.

Dal 2013, tuttavia, probabilmente per un errore di trascrizione del numero di contatore, il fornitore ha iniziato a recapitarle anche bollette relative ad un’utenza, in via Caboto a Mestre, che non appartenevano in alcun modo alla cliente, la quale non le ha ovviamente pagate facendo ripetutamente presente il disguido. Ma per una di queste bollette in particolare, di 241 euro, Eni ha iniziato a tempestarla di solleciti, anche per il tramite di avvocati, al punto che la consumatrice, attraverso il responsabile della sede di Dolo, Riccardo Vizzi, si è rivolta a Studio3A-Valore S.p.A., che ha contestato formalmente la richiesta di pagamento, corredando la diffida con tutta la documentazione: di fronte alla puntuale contestazione, il fornitore alla fine ha riconosciuto l’errore dichiarando che avrebbe provveduto allo storno della fattura.

Gestione RIschi srl

La questione sembrava chiusa e per alcuni anni la sessantasettenne è rimasta tranquilla, ma lo scorso agosto la Gestione Rischi srl di Milano, una società di recupero crediti, in virtù appunto di una cessione dei crediti vantati da Eni, le ha di nuovo intimato di pagare la fattura, salita nel frattempo a 285 euro con le spese, dandole 15 giorni di tempo per regolare il conto, attraverso il bollettino allegato, e minacciando, nel caso contrario, “le azioni ritenute più idonee al fine di tutelare il proprio credito”.

La donna ha chiesto ancora aiuto a Studio3A che, attraverso i propri servizi legali, ha contestato per l’ennesima volta la pretesa, ricordando che quella fattura era stata messa in conto alla propria assistita per un errore a suo tempo già ammesso da Eni, che in ogni caso il credito sarebbe ampiamente prescritto, essendo decorosi già più di cinque anni dall’ultima istanza di pagamento, e tornando quindi a richiedere lo storno immediato e la cessazione di qualsiasi ulteriore attività stragiudiziale o giudiziale per il recupero di una somma in alcun modo dovuta.

Ma non c’è stato verso, la società continua a pretendere quel danaro, e così adesso la consumatrice, stanca di essere subissata, è passata al contrattacco e tramite Studio3A ha chiesto alla Gestione Rischi srl un risarcimento danni di mille euro per tutte le preoccupazioni, le perdite di tempo alla ricerca di vecchi documenti e le seccature che le stanno causando, minacciando anche di sporgere denuncia querela per stalking.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci