Neonato di 46 giorni positivo al Covid assieme a mamma e papà

Mercoledì 30 Settembre 2020 di Luca Bagnoli
Neonato positivo a soli 46 giorni

MIRANO - Un bimbo di 46 giorni si trova in ambulatorio dalla pediatra per la prima visita. Ha il nasino chiuso. La dottoressa prescrive il tampone per il piccolo e per i suoi genitori, che sono in ottime condizioni di salute. Risultato: 3 positivi. È successo nel Miranese, dimostrando come nessuno sia al riparo dal virus, come un solo banale sintomo sia sufficiente per indicare la presenza del Covid-19. 


«La collega è stata bravissima – commenta Vito Francesco D’Amanti, referente provinciale della Federazione italiana medici pediatri – si è attenuta alle linee guida. Questo episodio - prosegue - durante un normale bilancio di salute, ci insegna appunto che anche un bambino piccolo con un solo sintomo, per altro leggero come il naso che cola, può avere il Covid. La collega ha ricevuto il paziente perché lo scopo della visita era un altro - aggiunge - ma in tutti i casi che prendono le mosse dai sintomi Covid l’ordine cronologico è: prima il tampone e poi la visita». I pediatri sono ovviamente consapevoli della criticità del momento e della situazione che stanno affrontando le famiglie, ma invitano le mamme e i papà ad accogliere con maggior favore il loro operato, fatto da regole d’ingaggio condotte secondo la legge. «I genitori - chiarisce D’Amanti - non devono protestare se prescriviamo il tampone in presenza di sintomi lievi, talvolta uno solo, oppure se attiviamo il protocollo al telefono, senza la visita in presenza. Capisco benissimo che sia un disagio per loro - riconosce - ma devono comprendere che siamo nel giusto, in quanto obbligati a comportarci così, e che il nostro è un impegno rivolto a tutti, dai piccoli ai genitori fino ai fragili nonni, cercando di preservare la collettività con quello che ci viene richiesto dallo Stato e dalle regioni, che si chiama “sorveglianza epidemiologica”».


D’Amanti sottolinea come l’aumento degli asintomatici complichi terribilmente le cose: «Mai abbassare la guardia - ammonisce - questa sorta di portatori sani sono il trenta percento dei positivi, vuol dire uno su tre, guardate che è tantissimo.

Ciò non significa che dobbiamo preoccuparci - spiega - i bambini se la cavano senza accorgersene nella quasi totalità dei casi, ma il Covid c’è, faremo fatica a venirne fuori, ci vorranno anni». L’inizio della scuola, poi, ha senza dubbio creato ulteriori difficoltà, e i medici chiedono il supporto delle aziende sanitarie; nella giornata di oggi è previsto infatti un comitato aziendale tra Ulss e la Federazione dei pediatri, per discutere anche delle recenti incomprensioni circa la necessità o meno di eseguire le visite prima del tampone. «Le Ulss devono sostenerci con i test - conclude - e soprattutto fornire gli esiti in tempi celeri, ma devo dire che Ulss 3, con il direttore sanitario Tessarin, ci sta aiutando molto».

Ultimo aggiornamento: 22:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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