La Cina abbandona la Biennale offesa dal video olandese sulla situazione nei campi di rieducazione del Xinjiang

Lunedì 22 Maggio 2023 di Alberto Francesconi
Un'immagine del padiglione olandese con la mostra Killing Architects, contestata dalla Cina

VENEZIA -  Gli inviti erano già stati distribuiti dall’Ufficio culturale dell’Ambasciata cinese in Italia. Un duplice appuntamento per l’apertura della Mostra “Renewal, a Symbiotic narrative,” in programma oggi pomeriggio al Padiglione cinese della Biennale Architettura, e in serata a una cena esclusiva a Ca’ Sagredo con l’ambasciatore cinese Jia Guide e una quarantina di invitati. Tutto inutile: dopo una lunga serie di consultazioni, l’appuntamento con il più alto rappresentante della diplomazia cinese in Italia, che ha preso servizio a Roma lo scorso gennaio, è stato annullato. E la stessa inaugurazione della mostra al Magazzino delle Cisterne è stata annullata.
 

IL DIETROFRONT
Secondo quanto trapelato, l’Ambasciata non ha gradito la presenza, all’interno dell’Arsenale, dell’installazione “Killing Architects - Investigating Xinjiang’s Network of Detention Camps”, produzione di un collettivo di Rotterdam, in Olanda, nel quale vengono proiettate per mezz’ora immagini che documentano la situazione nei campi di rieducazione del Xinjiang, la regione cinese a maggioranza musulmana al centro dell’attenzione delle organizzazioni che si occupano di diritti umani. Gli autori del progetto spiegano nella presentazione dell’opera che “gli strumenti di analisi architettonica e spaziale sono stati fondamentali in una serie di recenti progetti innovativi di giornalismo investigativo”. Nell’impossibilità di accedere direttamente ai luoghi dell’indagine, si legge nel catalogo ufficiale della manifestazione veneziana, “ci siamo rivolti a metodi visivi e spaziali come immagini satellitari, modelli in 3D e analisi dei regolamenti edilizi carcerari cinesi”. Una testimonianza considerata inaccettabile per le autorità cinesi, che hanno sempre negato le denunce di repressioni e violazioni dei diritti umani nella regione dell’Asia centrale dove è più forte la presenza islamica. Da anni la comunità internazionale ha posto l’accento sulla situazione che si trova a vivere la comunità uigura, etnia di religione musulmana maggioritaria nello Xinjiang, con la denuncia di arresti e di campi di rieducazione dove gli internati sarebbero indotti a conformarsi alla lingua e alle usanze dello Stato centrale. Circostanze sempre negate dal Governo cinese che hanno indotto a cancellare la partecipazione di Sua Eccellenza Jia Guide all’evento veneziano. Un caso diplomatico in piena regola, confermano alcuni fra gli invitati.
La presenza dell’ambasciatore avrebbe costituito, oltre a un’importante presenza all’interno della rassegna veneziana che ha già richiamato 75mila presenze in città, un’occasione per incontrare istituzioni e personalità del Nordest.
 

I PRECEDENTI
Non è peraltro la prima volta che un evento artistico in Italia suscita le proteste della Cina.

Nel dicembre 2021 l’Ambasciata in Italia aveva chiesto la cancellazione della mostra in programma a Brescia dell’artista dissidente Badiucao, che documentava le proteste in corso all’epoca a Hong Kong e nello stesso Xinjiang da parte della minoranza uigura. Per la città di Venezia, invece, si tratta del terzo intoppo diplomatico legato alla Biennale Architettura, dopo il caso dei visti negati a tre collaboratori della curatrice Lesley Lokko per il padiglione del Ghana e del borseggio avvenuto in vaporetto a danno della ministra brasiliana Margareth Menezes, con tanto di scuse da parte del prefetto Michele Di Bari.

Ultimo aggiornamento: 18:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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