Biennale, architettura 2021 una sfida globale nel segno della parità uomini-donne

Martedì 13 Aprile 2021 di Paolo Navarro Dina
Biennale, architettura 2021 una sfida globale nel segno della parità uomini-donne

VENEZIA - A pensarci dopo un anno e mezzo di pandemia planetaria, il titolo oggi suona ironico, ma anche molto profetico: How will we live together (Come potremo vivere insieme). E se inizialmente sembrava fare il verso ad una celebre canzone di Sade (Why cant't live together), oggi, ancora nel turbine del Coronavirus, la Biennale Architettura che si aprirà a maggio prossimo, rappresenta una sfida a tutto tondo. Significa (e significherà) iniziare a ragionare su come ri-costruire e ricostruirci non solo negli affetti, ma anche nella realtà che ci circonda. Ed è sicuramente un segno dei tempi anche il fatto che artisti uomini e donne saranno equamente rappresentati (anche per stemperare le polemiche sulla presenza di genere, vedi l'ultima Mostra del Cinema su una ridotta presenza di registe al femminile ndr).
A fare gli onori di casa il presidente della Fondazione Biennale, Roberto Cicutto che ha presentato ieri a Ca' Giustinian, a Venezia, la 17.

edizione della manifestazione, slittata di un anno per colpa del virus.


SCONFITTI I DUBBI
«Anche quest'anno la preparazione della mostra è stata avvolta da un clima di preoccupazione - ha detto - ma ci abbiamo messo tutta la nostra determinazione, il nostro coraggio e il senso di responsabilità». E che non sia stato facile lo spiega anche il ricco cartellone di misure anti-Covid: controllo della temperatura e gel igienizzante all'ingresso di tutti i varchi; massimo rispetto del distanziamento sociale; percorsi a senso unico con entrata e uscita separata. E infine tracciamento degli accessi previa prenotazione dei biglietti. Ma detto di queste misure su come potremo vivere meglio insieme è toccato innanzitutto al curatore della mostra Hashim Sarkis spiegarne la filosofia: «Abbiamo bisogno di un nuovo contratto spaziale - ha detto - In un contesto di divisioni politiche acutizzate e diseguaglianze economiche crescenti, abbiamo chiesto agli architetti di immaginare spazi in cui possiamo vivere generosamente insieme: insieme come esseri umani che desiderano connettersi gli uni agli altri in digitale e in reale; insieme come nuclei familiari alla ricerca di uno spazio abitativo; insieme come comunità emergenti che reclamano equità, inclusione e identità spaziale; insieme oltre i confini nazionali. E infine insieme come pianeta che sta affrontando una crisi. Su questo ci sono solo domande aperte».


IL CONFRONTO
Ed è in questo contesto che, al di là della ricerca, l'attuale pandemia ha costretto (oggettivamente ndr) a rimodulare i pensieri. «Queste domande - ha chiosato Sarkis - proprio all'indomani dell'emergenza sanitaria sono diventate ancora più rilevanti e appropriate, anche se - ironicamente parlando - ci siamo ritrovati tutti nell'isolamento delle nostre case».
Ecco quindi la sfida di Biennale Architettura 2021 con opere di 112 partecipanti provenienti da 46 Paesi (per la prima volta ci saranno anche Grenada, Iraq, Uzbekistan, Azerbajian) con una maggiore rappresentanza da Africa, America Latina, Asia, che si misureranno su un percorso organizzato secondo cinque Scale (o aree tematiche) suddivise geograficamente così: tre all'Arsenale; due al Padiglione Centrale ai Giardini, e affronteranno i cambiamenti climatici, il ruolo abitativo delle famiglie, le comunità e il loro inserimento nella società; le differenze sociali e le nuove regole per il futuro del pianeta. Alle Tese delle Vergini, aprirà i battenti - come è tradizione - il Padiglione Italia a cura di Alessandro Melis. Infine, una parte della mostra sarà a Forte Marghera, sulla Terraferma mestrina, dove l'esposizione sarà declinata secondo il concetto How will we play together (Come potremo giocare insieme) con il contributo di cinque architetti internazionali.


L'ISLAM BRITANNICO
Numerosi anche i progetti speciali o collaterali tra i quali vale la pena ricordare innanzitutto la consegna alla memoria del Leone alla carriera all'architetto italo-brasiliana Lina Bo Bardi. Al di delle partecipazioni fuori concorso, in prima linea vi sono senz'altro la proposta della Fondazione turca Vuslat con l'installazione di un albero di olmo alle Gaggiandre dell'Arsenale con i rami che si prolungheranno sulla superficie dell'acqua. L'opera è di Giuseppe Penone. Di sicuro interesse sarà anche l'altro progetto speciale intitolato Three British Mosques (Tre moschee inglesi) in collaborazione tra Biennale e Victoria and Albert Museum di Londra, che si terrà alla Sale d'Armi, dove si potranno conoscere i progetti legati alla trasformazioni di edifici londinesi in sale di culto per musulmani. Verranno presi in esame tre casi di centri islamici che nel corso della loro storia erano stati in passato o una cappella protestante, oppure una sinagoga, o ancora uno spazio vicino a delle case a schiera. Ieri a Venezia il progetto è stato presentato da uno dei curatori, Christopher Turner (che lo elaborato insieme a Ella Kilgallon e a Shahed Saleem). «Si tratta di tre casi - è stato detto - che fanno emergere storie di identità, di immigrazione e di aspirazioni comunitarie. Le moschee in Gran Bretagna sono nate soprattutto per iniziativa popolare e sviluppate secondo un senso di comunità».


INSTALLAZIONI E DANZA
Ma una delle altre aspirazioni di Architettura 2021 è anche quello di puntare al linguaggio del corpo. Quest'anno, infatti, la mostra si intreccerà con le iniziative della Biennale Danza (23 luglio-1 agosto) con i ballerini del College sotto la direzione di Wayne McGregor. Complessivamente nell'arco di tutta la manifestazione gli eventi saranno 17, tra di essi vale la pena ricordare il progetto Sapere come usare il Sapere allestito al Padiglione Venezia da parte del Comune che vedrà come protagonisti principali l'architetto Michele De Lucchi con le sue Education Stations in dialogo con L'Economia della bellezza, riflessioni e strategie dell'architettura con il giornalista Emilio Casalini. Non mancheranno nemmeno i tradizionali Meetings, spazi conferenze con i protagonisti del settore a livello italiano e internazionale, così pure le Biennali sessions e gli educational. Cinque gli sponsor (Rolex, main partner; Artemide, Edison, Vela Venezia, Paola Lenti).


LA RIFLESSIONE
Un evento, quindi, che vuole sottolineare tra esposizione e dibattiti un carattere planetario. Ed è per questo che Sarkis si lancia nella sfida ipotizzando un ragionamento a tutto tondo. «Se è vero che stiamo parlando di domande aperte - ha chiarito il curatore di Biennale Architettura - è perche cerchiamo approcci pratici e soluzioni concrete, puntando alla ricerca e all'immaginario architettonico. Dobbiamo lavorare al plurale in una scelta inclusiva di altri popoli, di altre specie. E sono soprattutto le parole live (vivere) e together (insieme) che devono dare il significato del nostro lavoro. Live perchè non significa solo vivere, ma prosperare, fiorire, abitare ed esprimere la vita sottolineando l'ottimismo dell'architettura; insieme perchè implica meccanismi collettivi, spazi comuni, valori universali che danno il senso di un'architettura in forma collettiva e di espressione plurale».
 

Ultimo aggiornamento: 11:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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