Danza, musica, teatro: la Biennale si svela, ecco i festival tra luglio e settembre

Giovedì 15 Aprile 2021 di Giambattista Marchetto
I Vokalsolisten tra i gruppi più attesi per la rassegna di Musica della Biennale

VENEZIA - Il corpo e la voce sporgono oltre la diffidenza, il distanziamento, la paura. Il movimento, la parola, il suono tornano al centro della scena con i festival della Biennale che tra luglio e settembre faranno di Venezia un palcoscenico internazionale.

I direttori dei settori Danza, Musica e Teatro - Wayne McGregor, Lucia Ronchetti, Stefano Ricci e Gianni Forte hanno posto l'accento sulla proposta di eventi legati alle arti dal vivo. Il programma articolato nei tre ambiti con una certa interdisciplinarietà, porterà in laguna oltre 600 artisti impegnati in oltre 100 appuntamenti intrecciati alla mostra di Architettura.


SUL PALCOSCENICO
In inglese Blue è il colore che racconta la tristezza. E la direzione della 49. Biennale Teatro firmata Ricci/Forte ha scelto questa linea, perché «la malinconia, l'isolamento e la morte» sono la cifra dei teatri chiusi da oltre un anno. È un festival giocoforza centrato sulla scena europea quello disegnato dai due direttori, che hanno fatto i conti con il blocco di alcune aree del pianeta». Inaugura il Leone d'oro, il polacco Krzysztof Warlikowski, ma poi si spazia dall'Ungheria di Kornél Mundruczó con il Proton Theatre al nostro Roberto Latini che lavora su Testori, dalla poesia di Kae Tempest (Leone d'argento) al ritorno di Thomas Ostermeier e Edouard Louis, passando per Danio Manfredini, Antonio Pititto e Maria Federica Maestri di Lenz Fondazione, Agrupación Señor Serrano, Filippo Andreatta e il suo Office for Human Theatre, Adrienn Hód e Paolo Costantini (vincitore Biennale College 2020-21). Gli artisti andranno ad occupare campi e campielli per contribuire a superare la diffidenza del corpo, regalando a Venezia quello che Gianni Forte ha definito «un concentrato vitaminico energizzante e nutriente per l'anima e per lo sguardo».


VOLTEGGI
McGregor ha scelto di intitolare First Sense il 15. Festival Internazionale (dal 23 luglio all'1 agosto), perché dopo un anno di pandemia «riprendiamo prepotentemente coscienza della centralità del tatto nella nostra vita», ha detto. Perché se questo primo senso, il più immediato, veniva prima dato per scontato, «oggi desideriamo disperatamente riconnetterci con il mondo attraverso il corpo e siamo impazienti di fare ritorno alla nostra piena esistenza in carne e ossa». È un programma che guarda al mondo quello costruito da McGregor, muovendo dall'Europa fino all'Asia, ma arrivando fino alla danza contemporanea africana. A partire dal Leone d'oro Germaine Acogny dal Senegal, che sotto il segno del multiculturalismo apre la strada a Xie Xin e Yin Fang dalla Cina, al franco-algerino Hervé Koubi con la vocalist ebreo-egiziana Natacha Atlas, a Soon-ho Park dalla Corea del Sud e Marco D'Agostin dall'Italia. E ancora la statunitense Pam Tanowitz con la pianista Simone Dinnerstein, il pittore, scultore, performer Olivier de Sagazan da Brazaville, la basca Iratxe Ansa con l'italiano Igor Bacovich, il collettivo artistico (La)Horde insieme al producer Rone, Oona Doherty dall'Irlanda del Nord. A loro si aggiungono: Mikhail Baryshnikov e Jan Fabre, Wilkie Branson, Random International e la compagnia Wayne McGregor.


VOCI & CORI
Sotto la direzione della compositrice Lucia Ronchetti, il programma evita il «minestrone» di esecuzioni e mette in risalto la tradizione musicale veneziana collegata all'attualità compositiva. Sotto il titolo Choruses, Ronchetti lancia al pubblico (dal 17 al 26 settembre) la sfida di un excursus tra lavori vocali e corali a cappella degli ultimi 50 anni e nuove opere su commissione di compositori di differenti generazioni. Saranno coinvolte ensemble veneziane, come il Coro della Cappella Marciana e del Teatro La Fenice, accanto ad alcuni tra i più rappresentativi ensemble europei: il Theatre of Voices di Copenhagen, il SWR Vokalensemble e i Neue Vocalsolisten di Stoccarda, gli ensemble vocali Sequenza 9.3 e Accentus di Parigi, con la partecipazione dell'Orchestra del Teatro La Fenice e dal Parco della Musica Contemporanea. A loro è affidata l'esecuzione di opere firmate da Kaija Sariaho (Leone d'oro), Hans Abrahmsen, George Lewis, David Lang, Luca Francesconi, Sivan Eldar, Sergej Newski, Samir Odeh-Tamimi, Francesco Filidei, George Aperghis, Arvo Part, Sylvano Bussotti e Morton Feldman. Accanto a loro cantanti e attori di differenti tradizioni musicali per quattro concerti per voce sola: Jennifer Walshe, Elina Duni, Joy Frempong, Zuli. Una composizione commissionata dalla Biennale a Christina Kubisch, pioniera della sound art tedesca, troverà spazio nell'acustica perfetta della Cappella Marciana a San Marco.

 

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 09:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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