«Vogliamo la moschea», 400
bengalesi cercano un immobile

Giovedì 15 Settembre 2016 di Davide De Bortoli
«Vogliamo la moschea», 400 bengalesi cercano un immobile
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SAN DONA' DI PIAVE - Un centro culturale e religioso per musulmani bengalesi in centro a San Donà. Il progetto è promosso dalla comunita bengalese che, solo a San Donà, conta oltre 400 persone, suddivise in 279 uomini e 170 donne. I bengalesi da qualche mese sono alla ricerca di un edificio di circa 200-300 metri quadrati, oltre ad uno spazio esterno con giardino, da adibire a centro culturale e di preghiera, il più possbile vicino al centro urbano. 
«Ci stiamo stiamo lavorando da due anni - conferma un rappresentante della comunità asiatica -. Abbiamo creato un comitato composto da una cinquantina di persone del Sandonatese e, se possibile, siamo disposti ad acquistare l'immobile, oppure affitarlo purchè sia abbastanza ampio; molti bengalesi della zona hanno contribuito per raccogliere fondi destinati a questa inziativa. Abbiamo già fatto soprallughi in tre diverse abitazioni da ristrutturare ma non rispondevano alle nostre esigenze, si trattava di edifici abbastanza vecchi e troppo distanti dal centro». 
Il rischio è che lo spazio in centro città violi il divieto imposto dalla legge regionale che prescrive la presenza dei centri di culto solo nelle periferie. «Stiamo cercando un luogo in centro raggiugibile con facilità da tutti, anche da chi arriva a piedi poichè non tutti i bengalesi dispongono di un'auto - continuano dalla comunità asiatica -. Alcuni di noi frequentano il centro di via Calnova, gestito dagli egiziani, ma non comprendono bene la loro lingua. Non sempre sono in grado di capire quanto viene detto durante i momenti di preghiera. Pur essendo tutti musulmani abbiamo lingue e modi di pregare diversi, come accade per i cristiani. Per questo abbiamo sentito la necessità di avere uno spazio nostro». 
E il centro sandonatese potrebbe fungere da luogo di ritrovo anche per la comunità bengalese di Jesolo, dopo il tentativo fallito in primavera di creare un analogo centro a due passi dalla movida del litorale che aveva innescato un braccio di ferro con l'amministrazione Zoggia. «Stiamo cercando di creare un centro culturale per unire tutte le famiglie e che, ogni tanto, possa essere adibito anche alla preghiera».
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