Basket in lutto, Paolo Fusati stroncato a soli 52 anni dalla malattia

Giovedì 22 Ottobre 2020 di Davide Tamiello
Paolo Silvino Fusati (sotto il canestro in maglia Pepper) e in una foto recente

MESTRE - «Vedi questo campetto? Qui ci giocava Fusati, quello in serie A». L’aneddoto era sempre lo stesso e ricorreva, come una sorta di battesimo, per ogni nuovo adepto del rettangolo di gioco dell’oratorio della Gazzera. Sì perché Paolo Silvino Fusati, 52 anni, è stato il simbolo e il punto di riferimento di una generazione di ragazzini mestrini che covavano il sogno del grande basket. Fusati, vittima di una grave malattia, è morto ieri a Forlì, la città di cui si era innamorato nei suoi anni migliori da giocatore e in cui aveva messo su famiglia. 
Le sue radici, però, sono ben radicate alla Gazzera, nella casa di papà Giuliano, docente ora in pensione, e mamma Anna. Insieme al fratello, Sandro, si era appassionato subito alla pallacanestro, anche per assecondare il talento che gli aveva messo a disposizione madre natura (i suoi 205 centimetri). Entrato nelle giovanili del basket Mestre vi era rimasto fino all’esordio in prima squadra, nel biennio ‘84-‘86. Poi il trasferimento a Udine e qui, narra la leggenda, avvenne il grande passo. A Milano, durante le finali juniores del torneo Cassani, la sua Udine si trovò a confrontarsi con l’Olimpia, squadra nettamente favorita (in rosa, per dire, c’erano due futuri campioni come Fabrizio Ambrassa e Riccardo Pittis). In quella partita Fusati fu semplicemente devastante e trascinò Udine alla vittoria. Gli osservatori di Forlì si invaghirono di quel ragazzo tutto cuore e talento e, nell’estate dell’87, fecero di tutto per portarlo alla JollyColombani. Da lì, Cinque anni nelle fila nella squadra romagnola fra A1 e A2 fino all’estate del 1992. Poi, il trasferimento a Faenza, dove contribuì alla prima storica promozione in B, per poi tornare a Forlì nelle fila della Libertas. 
Nella città romagnola ha conosciuto e sposato Annalisa ed è diventato padre di due figli, Alessia e Alberto. Appese le scarpette al chiodo, anche per alcuni problemi fisici alle ginocchia, è entrato nell’azienda del suocero, a Carpinello, specializzata nella costruzione di ringhiere e scale in ferro. «Era un buono, un ragazzo d’oro - lo descrivono gli amici - testa a posto, concentrato sullo studio e nello sport». Ieri, il Basket Mestre, con un post ha espresso il cordoglio e la vicinanza alla famiglia di Paolo. I funerali si terranno oggi, alle 14.15, partendo dall’ospedale Pierantoni di Forlì e proseguendo al santuario di Fornò. 

Ultimo aggiornamento: 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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