La basilica di San Marco a pagamento anche per i residenti: tre euro per entrare

Venerdì 7 Maggio 2021 di Tomaso Borzomì
Basilica di San Marco a pagamento anche per i residenti
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VENEZIA - Uno dei gioielli di Venezia, la basilica di San Marco, è diventata a pagamento pure per i veneziani.

Ammirare i mosaici e le bellezze all'interno della chiesa è passato da gratuito (si pagavano solo di due euro per saltare la fila, con la prenotazione), a tre euro. Più che un balzello contro i residenti, la situazione è da leggersi come l'estrema richiesta di aiuto di chi deve fare i conti con mancati incassi e la necessità di investire per tutelare lo storico edificio sacro.

IL PRIMO PROCURATORE

Carlo Alberto Tesserin si dice al limite: «Stiamo diventando matti. Questa è una richiesta di estremo aiuto, se non riceveremo sostegni, non usciremo da questa situazione, dobbiamo cercare di fare tutto il possibile per mantenere la basilica in piedi». Il che comprende anche chiedere una mano agli stessi veneziani. Il fatto è che se nel 2019 gli incassi ammontavano a dodici milioni, dall'inizio dell'epidemia il segno è rimasto fermo sulla linea dello zero. Fattore che genera più che preoccupazione tra chi si affanna a cercare fondi da investire per il mantenimento di uno dei simboli del mondo intero: «Da veneziano che si trova di fronte ai tre euro da pagare, sarei onorato di farlo, perché lo scopo è salvare la basilica. Anzi, sarebbe bene che si pensasse anche a contribuire nella misura in cui le proprie tasche lo consentono», prosegue Tesserin.

I CONTI IN TASCA

Il primo procuratore chiarisce che l'intento non è polemico, ma frutto di un dato di fatto: «Abbiamo 50 milioni di euro di investimenti necessari per la chiesa. Oggi perdiamo, per tenerla aperta, un milione al mese. Ne spendiamo non meno di cinque all'anno solo per tenerla in funzione. Ricordo che non abbiamo mai chiuso, nemmeno nel periodo più infelice. I costi sono attorno ai quattro milioni, da far fronte con incassi azzerati. Fare tre messe al giorno costa, non certo per i sacerdoti, ma per il personale (un'ottantina i dipendenti, ndr) necessario. E poi il servizio diurno e notturno di guardiania, un minimo di pulizia, gli operai».
Per questo, per Tesserin i tre euro non possono essere un problema, ma guardando al futuro si dice pronto a fare un eventuale passo indietro: «Stiamo faticando per trovare soluzioni, un minimo di entrate servono. La prima preoccupazione oggi non può essere il veneziano, prima dobbiamo tornare a respirare; poi, quando ce la faremo, allora torneremo magari a offrire l'accesso gratuito. Per ora però la contingenza è straordinaria e c'è preoccupazione per l'assenza di risorse».

PER I FEDELI

Chi vorrà pregare, però lo potrà fare senza spendere: «Tutti i giorni, dodici ore al giorno, l'accesso dalla cappella Nicopeia è gratis, poi ci sono tre messe quotidiane, un vespro, il sabato pontificale e le messe, con accesso fino a duecento persone». Diverso il discorso per il museo: «Chi invece vuole salire al museo, allora sì, pagherà tre euro».
Semmai il problema, illustra Tesserin, riguarda le nuove disposizioni che prevedono l'obbligo di accesso su prenotazione: «Ora che il sabato e la domenica poteva arrivare qualche turista, ci impongono l'obbligo della prenotazione un giorno prima. Ma chi arriva lo farà in giornata, è difficile che prenoti con ventiquattr'ore di anticipo». Si frena così la possibile boccata d'ossigeno alle casse della basilica: «Sono le uniche entrate che potevamo avere in questo periodo», conclude amareggiato il procuratore.
 

Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 09:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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