Basilica di San Marco, ripartono i lavori: sbloccato l'anticipo alle imprese A che punto siamo

Mercoledì 13 Aprile 2022 di Roberta Brunetti
Basilica di San Marco, ripartono i lavori: sbloccato l'anticipo alle imprese

VENEZIA - Ora i lavori per la messa in sicurezza della Basilica di San Marco dalle acque alte intermedie possono ripartire davvero. Il Consorzio Venezia Nuova ha risolto il problema della fideiussione che bloccava il versamento di un cospicuo anticipo - oltre 650mila euro - a Renzo Rossi Costruzione e Kostruttiva, le due imprese impegnate nella realizzazione della barriera in lastre in vetro che circonderà il capolavoro bizantino.

Questione che si trascinava dall'avvio del cantiere, ad agosto, e che ha comportato il blocco dei lavori per lunghi mesi. Una vergogna nella vergogna di un intervento proposto come soluzione provvisoria e veloce, che invece ha accumulato ritardi su ritardi.


TEMPISTICA E INCOGNITE

Nelle ultime due settimane, in realtà, qualche operaio era già tornato al lavoro nella trincea di fango che corre attorno alla Basilica. Un riavvio lento, dopo l'approvazione della variante che ha aggiornato i costi dell'intervento da 3,7 a 5,2 milioni lordi per le ricerche archeologiche, ma soprattutto per rinforzare le fondazioni. Per una ripresa a pieno regime, servono i soldi dell'anticipazione. Necessari per completare l'ordine dei vetri - che da soli valgono circa un milione - nonché per acquistare l'acciaio destinato alle fondazioni. Soldi che ora si stanno concretizzando. Nei giorni scorsi il Consorzio Venezia Nuova ha accesso una polizza con le Generali per la fideiussione. Sostituirà quella a suo tempo anticipata dalle imprese, ma non accettata dal Provveditorato. In settimana è poi atteso l'ultimo via libera al versamento alle imprese da parte dell'ex Magistrato alle acque.
«Finalmente il circuito dei pagamenti è stato riavviato in modo corretto - commenta Rossi - Ora dovrebbe andare avanti in automatico. In questi giorni non abbiamo lavorato al 100%. Ma da dopo Pasqua riprenderemo a pieno ritmo». La scadenza da rispettare è quella del 1. ottobre, quando la barriera dovrà essere pronta per fronteggiare la prossima stagione di acque alte. «Se tutto fila liscio è un termine compatibile - commenta Rossi - C'è l'incognita degli approvvigionamenti. Con l'embargo e la guerra ci sono problemi a reperire le materie prime come l'acciaio. Speriamo bene».

 


L'ALTRO INTERVENTO

Fin qui la barriera per la Basilica. C'è poi l'intervento più complesso e definitivo per la messa in sicurezza dell'intera Piazza San Marco. Il primo stralcio da 11 milioni lordi (6 di lavori), su un totale di 35, è già esecutivo. Risolta una impasse contabile con l'ex Magistrato alle acque, la palla è tornata nelle mani del Cvn che deve assegnare i lavori a una propria consorziata. Nei giorni scorsi il Provveditorato ha sollecitato l'assegnazione per non perdere ulteriore tempo. Renzo Rossi e Kostruttiva si sono già candidati. Un raddoppio del loro incarico eviterebbe la complicazione di avere due diversi cantieri in Piazza. Anche in questo caso, come in quello della barriera, è fondamentale partire al più presto, per sfruttare i mesi senza acqua alta.


CONSORZIO: FINE 2026


Ieri intanto il commissario liquidatore del Cvn, Massimo Miani, ha incontrato i dipendenti dello stesso Consorzio e della controllata Comar. Un appuntamento atteso per fare il punto della situazione dopo l'uscita dalla crisi del Cvn, nella prospettiva di una ripartenza di tutti i lavori. Incontro, in realtà, già rinviato più volte, causa Covid che ha colpito anche questo settore. Miani ha ribadito la sua soddisfazione per il risultato raggiunto, ha annunciato che in prospettiva diminuirà il suo impegno e anche per questo ha motivato la scelta di nominare un direttore generale: Nicoletta Doni, promossa da direttore amministrativo. Il commissario ha dato soprattutto una tempistica rispetto alla liquidazione. Per Comar l'obiettivo è di completare l'operazione per fine anno, ma non è ancora stato deciso se si procederà per incorporazione o cessione di ramo d'azienda. Tempi decisamente più lunghi, invece, per la liquidazione del Cvn, rinviata al 2026. La conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che per la consegna del Mose (che la legge collega proprio alla liquidazione) bisognerà attendere.

Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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