VENEZIA - Gli scavi, tutt’attorno alla Basilica di San Marco, sono iniziati ieri, 22 settembre, di buon mattino: lentamente, come previsto in questa prima fase, sotto la vigilanza dell’archeologo, i primi sacchi di terra sono stati riempiti. Ma attorno alle 12, ecco che l’acqua affiora tra il terriccio appena smosso.
LAVORI A TEMPO DI MAREA
Ieri Rossi e Rizzo hanno fatto il punto della situazione con i giornalisti. Dopo la consegna dei lavori il 23 agosto scorso, le prime settimane sono state spese per allestire l’area di cantiere. La Basilica ora è circondata da una “gabbia” che delimita uno spazio ampio, circa 1500 metri quadri, dove si svolgeranno i lavori. Possibilmente senza troppi contatti con i turisti per cui sono stati creati degli ingressi.
Altra complicazione: tutto il necessario per il cantiere è arrivato di notte, dall’unico pontile di carico scarico della Piazza. E tutto dovrà andarsene da lì. Ma il peggio, si diceva, è la convivenza con le acque alte. Dovendo lavorare a tempo di marea, le maestranze sono state alloggiate in un appartamento nelle vicinanze, per non perdere ulteriore tempo negli spostamenti. Ieri erano in tutto 12.
IL RISCHIO ARCHEOLOGICO
Questo primo scavo procederà attorno alla Basilica per 130 metri lineari, quelli della barriera, per 3 di larghezza e un massimo di uno e mezzo di profondità, dove poggeranno le lastre. Servirà soprattutto a verificare eventuali presenze di interesse archeologico. Eventualità altamente probabile: altra variabile a rischio per i tempi. Anche perché oltre a stop imprevisti, potrebbe determinare anche qualche piccola variazione sul tracciato della barriera, con conseguenti modifiche della misure delle lastre. Dei circa 2 milioni di lavori effettivi, più della metà è proprio per la realizzazione di questi vetri speciali. «Non abbiamo ancora scelto il fornitore, ne abbiamo due in lizza - ha spiegato Rossi - ma stiamo ragionando proprio su queste misure che sono ancora incerte». Rispettare i 120 giorni dal 23 agosto sarà proprio un’impresa.
E sullo sfondo resto lo stallo dei lavori del Mose, con l’accordo per i crediti delle imprese con il Cvn non ancora trovato. «L’incertezza regna sovrana» ha ribadito Rizzo. «Sono felice per il cantiere di San Marco: era importante e andava fatto - ha puntalizzato Salmistrari - ma vorrei che fosse importante tutta la salvaguardia, invece siamo fermi».