Il Comune spegne la musica
sui barchini nei rii interni

Venerdì 21 Settembre 2018 di Michele Fullin
VENEZIA Barche usate come discoteca alla festa del Redentore
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VENEZIA C’è solo l’imbarazzo della scelta sul dove cominciare per affrontare i problemi del traffico acqueo a Venezia: troppe imbarcazioni anche di linea in canal Grande, alta velocità di ogni cosa che abbia una propulsione a elica, taxi che se ne infischiano di ogni regola, gondole che escono dalle cavane senza neanche guardare, trasportatori che occupano i canali fino alla sera. E il Comune cosa pensa di sanzionare con una multa da 25 a 500 euro? Chi ascolta lo stereo in barchino.

Non è uno scherzo. La disposizione è contenuta nella bozza del nuovo Regolamento di polizia urbana predisposto dalla giunta e in queste settimane all’attenzione delle commissioni prima del voto finale in Consiglio comunale. L’articolo 67, comma 7 recita testualmente: «Fermi restando i provvedimenti adottati dalla Regione ai sensi del Codice della Nautica da diporto, allo scopo di contrastare il fenomeno dell’inquinamento acustico, nel centro storico di Venezia, nelle isole di Murano e Burano è vietato l’utilizzo di diffusori altoparlanti sui mezzi nautici».

 
La bozza è uscita dalle aule consiliari ed è finita in mano a molte persone, tra cui il Gruppo diportisti Laguna Veneta, che annovera qualcosa come 12mila 500 iscritti e che è entrato in fermento da quando è uscita la notizia.
Da Ca’Farsetti però puntualizzano che si tratta solo di una bozza e che la norma va letta nel contesto dell’articolo, cioè la lotta al disturbo della quiete pubblica: «Lo scopo non è un generico divieto di utilizzo dello stereo in barca, ma di utilizzarlo, come accade spesso di notte, ad altissimo volume disturbando il sonno dei residenti. L’articolo non è stato ancora analizzato in Commissione e certamente arriverà un emendamento di giunta che meglio specificherà il raggio d’azione». 
IL PRECEDENTE
Nel 2006 l’allora vicesindaco Michele Vianello decise di vietare con un’ordinanza l’uso dello stereo sulle barche dalle 23 alle 7 in transito nei rii della città. Un divieto che sembrava sacrosanto e di buon senso, ma che si scontrava con un grosso problema: che le ordinanze per essere efficaci devono essere fatte rispettare e i pochi vigili che erano a guardia del traffico acqueo non erano certo in grado di compiere uscite serali per tendere imboscate a chi faceva partire il turbo dei diffusori di bordo. Così, i ragazzini hanno continuato a sparare ritmi a tutto volume nell’impunità assoluta. Questo nonostante anche il Codice penale prevedesse e sanzionasse già il disturbo della quiete pubblica.
«Se l’obiettivo è quello di mettere il silenziatore agli altoparlanti dei lancioni granturismo - commenta Marco Gasparinetti, del Gruppo 25 Aprile - non c’è nessun bisogno di criminalizzare anche i nostri ragazzi (e gli adulti) che hanno installato uno stereo a bordo di “cofani”, open e barchini vari: per gli schiamazzi notturni oltre una certa ora esistono già divieti e sanzioni, senza arrivare all’assurdo di vietare la musica in barca. Il tempo per evitare divieti “talebani” c’è ancora, basterà il buon senso per modificare una norma mal scritta e sproporzionata rispetto al fine perseguito».
Michele Fullin
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Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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