Serie di "spaccate" a Mestre: ore contate per la banda del tombino

Domenica 22 Gennaio 2023 di Nicola Munaro
Spaccate a Mestre, spuntano altri due sospettati

MESTRE - E adesso il cerchio inizia a stringersi. Le indagini delle forze dell’ordine sulle telecamere di sicurezza comunali e su quelle interne ai negozi finiti nel mirino degli “spaccavetrine” che hanno imperversato a Mestre, hanno portato gli inquirenti a identificare altre due persone oltre all’uomo denunciato venerdì dalla polizia locale per quattro spaccate tra agosto e dicembre.

Sui chiusini lanciati contro macchine e negozi per razziare il più possibile, stanno lavorando in sinergia polizia di Stato, polizia locale, carabinieri e guardia di finanza. La strada seguita dalle forze dell’ordine è la stessa che ha permesso ai vigili di dare un nome e un cognome al primo responsabile degli assalti. Molto hanno fatto le immagini di sicurezza delle telecamere comunali, unite a quelle dei locali presi di mira. Perché dopo la spaccata, i ladri entravano alla ricerca della cassa e di qualche prodotto che potesse interessarli.

Un bottino comunque risibile rispetto al danno causato ai negozianti, costretti a spendere migliaia di euro per sostituire la vetrina. E in alcuni casi, la recidiva degli “spaccavetrine” è stata fondamentale per arrivare alla loro identificazione. Due sono, al momento, gli identikit su cui le indagini si stanno concentrando con maggior attenzione: i loro volti sarebbero stati riconosciuti tra quelli già foto-segnalati dalle forze dell’ordine durante i servizi anti-degrado. Perché i tratti sono quasi sempre gli stessi: sbandati, senza fissa dimora, alla ricerca di qualche euro o da mangiare.

Ed è proprio guardando con attenzione le immagini e scavando nella memoria che la polizia locale è riuscita a firmare la prima denuncia per quattro - delle quaranta - spaccate subite dai negozi mestrini. Responsabile un uomo di cui è stato detto solo che è europeo e senza fissa dimora. Le prime due spaccate ad agosto, una dopo l’altra, alla vetrina di Sephora. Il chiusino lanciato contro il vetro e poi il blitz per rubare qualche profumo e ciò che restava dell’incasso di giornata. A conti fatti, più i danni causati che non il bottino raccolto. Dopo gli assalti in serie in via Allegri, il silenzio per alcuni mesi fino a dicembre. Nel mirino il finestrino di un’automobile e la vetrina del Brunch Republic di viale Garibaldi. Identiche le dinamiche e il risultato: rubare qualsiasi cosa veniva trovata, tanto per racimolare qualcosa. Su di lui, comunque, gli accertamenti non si sono conclusi: il sospetto è che ci possa essere la sua firma anche su altri colpi.

Le aree più bersagliate sono quelle del centro città. In calle del Sale sono stati colpiti la pizzeria Napul’è, “Da Simo Riviera” e altri negozi di abbigliamento. Poi c’è via Manin: e anche qui una vetrina in frantumi dietro l’altra. Spaccate senza una logica: ci sono bar, pasticcerie, ferramenta, negozi di articoli sportivi. Non è stata risparmiata neppure l’area del Candiani con il centro culturale preso di mira e a cui sono state sfasciate porte e serramenti. Infine c’è la zona di via Bembo e via Aleardi. Il tutto sempre per andare a caccia del fondo cassa in un elenco che continua ad aggiornarsi con cadenza quasi notturna. E a cui il Comune ha dato una risposta concreta: giovedì l’annuncio del sindaco Luigi Brugnaro di voler rifondere il 50% delle spese fatte dai negozianti per rimettere a posto le vetrine danneggiate. Questo mentre si fa largo anche l’ipotesi di trovare un modo per sigillare i chiusini alla strada.

Ultimo aggiornamento: 17:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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